Da Reggio Emilia al Friuli-Venezia Giulia: “On Borders / Sui confini 2” inaugura a Spilimbergo



Dopo il successo della mostra prodotta da Palazzo dei Musei di Reggio Emilia tra il 2024 e il 2025, il progetto espositivo dedicato agli oltre trent’anni di attività dell’Associazione Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea approda fuori dai confini regionali. La nuova tappa si svolge infatti in Friuli-Venezia Giulia, nella suggestiva cornice del seicentesco Palazzo Tadea di Spilimbergo (PN), dove lo scorso sabato ha aperto al pubblico “On Borders / Sui confini 2”.

Curata da Ilaria Campioli, William Guerrieri e Monica Leoni, la mostra rielabora e amplia l’esperienza dei Musei Civici di Reggio Emilia proponendo una lettura inedita del vasto patrimonio fotografico e documentario dell’Associazione. Un progetto pensato appositamente per gli spazi di Palazzo Tadea, in cui l’allestimento diventa parte integrante del racconto, trasformandosi in uno strumento di riflessione sulla collezione e sulla storia di Linea di Confine.

Nata tra il 1989 e il 1990 a Rubiera, l’Associazione Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea costituisce ancora oggi, nel panorama italiano ed europeo, una delle più importanti esperienze di committenza pubblica sui temi delle trasformazioni del paesaggio. Dalla fine degli anni Ottanta, Linea di Confine esplora i mutamenti del paesaggio, gli spazi della città, del lavoro e della cura come dimensioni della vita quotidiana, individuando nella fotografia il medium privilegiato d’indagine. Coordinata da fotografi, urbanisti e storici della fotografia, Linea di Confine ha realizzato complessivamente 35 progetti di committenza pubblica coinvolgendo 87 tra autrici e autori italiani e internazionali e dando vita ad un corpus di oltre 3.500 fotografie, oggi interamente depositato presso la Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.

Visitabile gratuitamente fino al 15 marzo 2026, la mostra è promossa dal CRAF (Centro Ricerca e Archivio della Fotografia) in collaborazione con i Musei Civici del Comune di Reggio Emilia, la Biblioteca Panizzi e l’Associazione Linea di Confine nell’ambito del Programma di Fotografia Contemporanea 2025. Strutturata come un percorso che comprende oltre 260 fotografie, “On Borders | Sui confini 2” offre una nuova lettura della collezione di Linea di Confine. Accanto alla presentazione di nuovi progetti, la mostra propone una riflessione su come la collezione possa essere reinterpretata di volta in volta attraverso chiavi di lettura differenti, capaci di generare prospettive sempre nuove.

La mostra si apre nel salone monumentale di Palazzo Tadea di Spilimbergo con i “Laboratori di Fotografia” (1989-1999), cuore del progetto, che hanno messo in dialogo autori internazionali e giovani artisti dei territori coinvolti. Le opere esposte interrogano la nozione di spazio nel paesaggio postindustriale attraverso produzioni divenute emblematiche. Insieme ad esse viene presentata una selezione di documenti (poster, locandine, cataloghi, inviti, corrispondenza con artisti e comunicati stampa), provenienti dall’importante archivio costituitosi nel corso dei primi dieci anni di attività dell’Associazione.

Il percorso prosegue con i progetti collettivi “Via Emilia. Fotografie, luoghi e non luoghi 1 e 2” (1999-2000), “Linea veloce Bologna-Milano” (2003-2009) e “Red Desert Now” (2014-2016), accomunati da un approccio tematico che intreccia la nozione di “luogo” con le trasformazioni culturali e sociali. Nel progetto dedicato alla via Emilia, gli autori e le autrici esplorano l’identità dell’antica strada romana, asse nevralgico per il flusso di merci, persone e informazioni, presagendo assetti territoriali ormai sempre più evidenti. Con “Linea veloce Bologna-Milano” sono invece raccontati i “territori della velocità” generati dalla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità. Infine, “Red Desert Now” riflette sull’eredità visiva del film “Il deserto rosso” di Michelangelo Antonioni attraverso ricerche che ne indagano l’influenza sulla fotografia contemporanea.

L’esperienza più che trentennale di Linea di Confine mostra come il confine sia uno spazio fertile e problematico. L’intuizione originaria – rivolgere lo sguardo alle aree marginali e ibride – si è rivelata straordinariamente lucida. Le trasformazioni, complesse e rapide, degli spazi di vita e di lavoro, oggi non più soltanto fisici, mostrano come i confini continuino a essere il luogo verso cui indirizzare lo sguardo.