
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena sarà l’unico centro al mondo a sperimentare un prototipo rivoluzionario del FibroScan, lo strumento di riferimento per la diagnosi non invasiva delle malattie del fegato. La prestigiosa intesa scientifica tra il gruppo di ricerca guidato dal Professor Filippo Schepis, responsabile della SSD Malattie Epatiche Complesse e del Laboratorio di Emodinamica Epatica ad essa afferente, e il Dottor Laurent Sandrin, inventore del FibroScan e CEO di Echosens, è stata presentata oggi in conferenza stampa presso il Centro Servizi del Policlinico.
Che il Policlinico di Modena sia il centro di questa sperimentazione non è un caso, ma il frutto della lunga esperienza maturata dal team del Laboratorio di Emodinamica Epatica. Il Laboratorio, fondato dal prof. Schepis nel 2009, è oggi uno dei pochissimi in Europa con una riconosciuta competenza nella diagnosi e nel trattamento dell’ipertensione portale associata sia a cirrosi epatica che a malattie vascolari rare del fegato. Il Laboratorio esegue circa 300 procedure l’anno, che includono cateterismi epatici/cardiaci associati o meno a biopsia epatica per via transgiugulare e 35-40 TIPS (cioè shunt porto-sistemico intraepatico posizionato per via transgiugulare), quest’ultima procedura in collaborazione con la Radiologia Interventistica del Policlinico (TIPS Team). Il Professor Schepis è membro stabile del panel di esperti per la formulazione delle prossime linee guida mondiali sull’ipertensione portale Baveno VIII e coordina il panel di esperti per la formulazione delle nuove linee guida AISF-SIRM-SIARTI sulla TIPS.
Nell’ambito della collaborazione, Echosens metterà a disposizione del progetto il prototipo – di valore inestimabile, essendo l’unico esemplare al mondo – insieme all’ultimo modello commerciale del FibroScan 630 Expert (del valore di circa 200.000 euro) e un contributo di 20.000 euro per le spese accessorie della ricerca. Il nuovo dispositivo consente di acquisire variabili diagnostiche non disponibili nel modello standard: caratteristiche che ne fanno lo strumento ideale per l’obiettivo scientifico del Prof. Schepis. I primi a beneficiarne saranno proprio i pazienti del Policlinico di Modena.

«Per noi è motivo di grande orgoglio e responsabilità essere l’unico centro italiano e al mondo di sperimentazione del nuovo fibroscan – ha spiegato l’ing. Luca Baldino, Direttore Generale AOU di Modena – grazie alla grande esperienza maturata in questo campo dai nostri specialisti. Questo progetto incarna alla perfezione l‘anima che deve avere una struttura di terzo livello come la nostra, dove le competenze acquisite in passato – il Policlinico di Modena ha una lunghissima tradizione epatologica – devono sostenere gli sviluppi futuri».
«Questa intesa scientifica di respiro internazionale rappresenta un risultato di grande rilievo per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e per l’Università di Modena e Reggio Emilia, e conferma il valore strategico del modello integrato tra ospedale e ateneo. Essere l’unico centro al mondo selezionato per la sperimentazione di un prototipo così innovativo del FibroScan è il riconoscimento di un percorso costruito nel tempo, basato su competenze altamente specialistiche, attività di ricerca di eccellenza e una forte vocazione all’innovazione clinica – si è complimentata la prof.ssa Caterina Longo, Direttrice Dipartimento CHIMOMO – Università di Modena e Reggio Emilia – Il Laboratorio di Emodinamica Epatica, guidato dal Professor Schepis, rappresenta un esempio concreto di come l’investimento continuo in professionalità, tecnologia e collaborazione multidisciplinare possa generare risultati di rilevanza internazionale, con ricadute dirette sulla qualità dell’assistenza ai pazienti affetti da patologie epatiche complesse. Come Dipartimento, insieme all’Università, sosteniamo con convinzione questi percorsi che rafforzano il ruolo del Policlinico di Modena come centro di riferimento nazionale e internazionale, capace di coniugare ricerca traslazionale, innovazione tecnologica e cura».
«Desidero anzitutto fare i complimenti allo staff del prof. Schepis – ha commentato il dottor Silvio Di Tella, Direttore Sanitario AOU di Modena – per questo importante riconoscimento che gratifica e consolida il grande lavoro svolto in questi anni nella cura delle patologie epatiche complesse. Per noi è importante avere un centro come quello del Policlinico che ci consente di rispondere alle esigenze dei nostri pazienti e anche di partecipare a importanti progetti di ricerca che sono fondamentali per guardare al futuro».
«L‘esclusiva collaborazione tra Policlinico di Modena ed Echosens conferma ancora una volta il valore dei poli ospedalieri modenesi e l‘impegno costante del settore nel crescere e migliorare i servizi ai cittadini – ha detto la vicesindaca e assessora alla Sanità Francesca Maletti – Aprirsi all‘innovazione è un doveroso impegno nei confronti dei pazienti e una possibilità di crescita non solo per il Policlinico, ma per tutta la città. Grazie alla grande capacità di tutti i professionisti che hanno lavorato per raggiungere questi risultati».
Le malattie croniche del fegato colpiscono milioni di persone in Italia e nel mondo. Quando il fegato si ammala – per cause come l’epatite virale cronica, l’abuso di alcol o l’accumulo di grasso – il tessuto sano viene progressivamente sostituito da tessuto cicatriziale, un processo chiamato fibrosi. Se non identificata e trattata, la fibrosi può evolvere in cirrosi e portare a complicanze gravi, tra cui l’ipertensione portale: un aumento anomalo della pressione nelle vene che portano il sangue al fegato, causa delle principali complicanze della cirrosi epatica.
Fino a pochi anni fa, l’unico modo per valutare la presenza di fibrosi avanzata o cirrosi del fegato era la biopsia, un esame invasivo che richiede il prelievo di un campione di tessuto. Oggi, grazie al FibroScan, è possibile “misurare” la rigidità del fegato o liver stiffness – indicatore indiretto della fibrosi – semplicemente appoggiando una sonda sull’addome del paziente, senza aghi, senza dolore, senza rischi. Ma il FibroScan permette anche di valutare la presenza di ipertensione portale grazie all’estensione del suo utilizzo anche nella misurazione della rigidità della milza o spleen stiffness. «La misurazione combinata della rigidità epatica e splenica ci permette di leggere due facce della stessa medaglia – ha osservato il professor Antonio Colecchia, Direttore della Gastroenterologia del Policlinico, che per primo al mondo ha dimostrato l’accuratezza della rigidità della milza nella diagnosi dell’ipertensione portale e ha contribuito a validare la sonda dedicata oggi in uso nella pratica clinica – Insieme, questi due parametri offrono un quadro molto più accurato del rischio di complicanze nei pazienti con ipertensione portale associata a cirrosi o a malattie vascolari epatiche. Sono convinto che la nuova tecnologia in sperimentazione rafforzerà ulteriormente il nostro ruolo di riferimento – clinico e di ricerca – e la consolidata collaborazione con Echosens».
Il professor Filippo Schepis Responsabile SSD Malattie Epatiche Complesse ha affermato: «Essere protagonisti di questa sperimentazione in esclusiva mondiale è un onore straordinario e una grande responsabilità. Questa intesa è nata circa tre anni fa da una visione condivisa con il Dottor Sandrin. Il nostro Laboratorio di Emodinamica Epatica è uno dei pochissimi al mondo dove sia possibile confrontare le misurazioni del prototipo con i dati invasivi di riferimento. È questa sintesi unica di competenze cliniche, tecnologie avanzate e rigore scientifico che ha portato a questa sfida. Desidero ringraziare i miei collaboratori e tutte le figure amministrative dell’AOU, del Comitato Etico e del Ministero della Salute che hanno contribuito attivamente alla trasformazione di un’idea nella possibilità di testarla scientificamente».
Il dottor Laurent Sandrin, inventore del FibroScan e CEO di Echosens, ha aggiunto con orgoglio: «Quando ho inventato il FibroScan vent’anni fa, il sogno era offrire ai pazienti un’alternativa alla biopsia. Oggi quel sogno è realtà per milioni di persone. Ma la scienza non si ferma: il prototipo al centro della nostra collaborazione con il Professor Schepis rappresenta la frontiera più avanzata della nostra ricerca, e nasce da una visione che abbiamo costruito insieme. A Modena abbiamo trovato la sintesi perfetta: qualità clinica, infrastruttura tecnologica e, soprattutto, un gruppo di ricercatori con la passione e il talento necessari per spingere questa tecnologia oltre i suoi limiti attuali. I dati che nasceranno da questo progetto contribuiranno a definire il futuro della diagnostica epatica a livello mondiale».
“Questo accordo conferma ancora una volta come il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna raggiunga vette di livello mondiale – sottolinea l’assessore alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi-. Innovazione, tecnologia e ricerca sono assi portanti per lo sviluppo della sanità del futuro, che dovrà essere sempre più precisa nelle diagnosi e sempre meno invasiva per i pazienti. Un traguardo che possiamo raggiungere – ha proseguito Fabi- lavorando in maniera collaborativa con chi investe in nuove apparecchiature, come in questo caso Echosens”.

