Il Presidente di Confesercenti Modena, Massimo Silingardi su riforma del sistema camerale



    Massimo-Silingardi“C’è condivisione da parte nostra, anche se rimangono aspetti da chiarire e lacune da colmare.” Si esprime in questo modo il Presidente provinciale di Confesercenti Modena Massimo Silingardi riguardo il Decreto Legge 90/2014 in via di conversione definitiva in Senato. Il Decreto, che interviene, tra le tante misure, in materia di riduzione del diritto camerale, prevede nel testo approvato dalla Camera dei Deputati, una diminuzione del 35% nel 2015, del 40% nel 2016 e del 50% dal 2017.
    “Questo ulteriore tempo a disposizione offre alle Camere di Commercio l’opportunità di avviare un processo di riforma che come Confesercenti – sostiene Silingardi – caldeggiamo da tempo. Processo che dev’essere attuato e finalizzato ad una maggiore e migliorata efficienza. Da declinarsi anche però in una riconosciuta trasparenza amministrativa e quindi in una riduzione dei costi che possa per le imprese trasformarsi in risparmi, oltre che in maggiori risorse per le politiche attive da destinare allo sviluppo dell’economia”.
    “Tutto ciò dovrà spingere le Associazioni imprenditoriali a premere sul Governo affinché sia avviato al più presto un confronto sul quadro complessivo di riforma degli Enti camerali. Necessario ed utile, al fine di evitare che le ipotesi di autoriforma su cui si sta misurando il sistema camerale da un lato e i principi contenuti nel disegno di legge delega depositato in Senato viaggino su binari paralleli o ancor peggio portino a vanificare lo sforzo di autoriforma che sta facendo il sistema camerale. Confronto oltretutto indispensabile in quanto i principi contenuti nel Disegno di Legge si basano su di una riforma radicale delle Camere di Commercio sia rispetto alle circoscrizioni territoriali che alle loro funzioni attribuite. Il processo di autoriforma deve quindi continuare perché costituisce un lavoro fondamentale nel momento in cui è in grado di incidere nel nuovo quadro normativo dentro cui dovranno operare i nuovi enti camerali”, conclude Silingardi.