L’acufene colpisce il 15% della popolazione adulta con un’incidenza in crescita dopo la pandemia

La patologia sarà al centro di un Convegno organizzato dall’Ausl IRCCS di Reggio Emilia



L’Acufene, quel disturbo che non ti consente di dormire, leggere o concentrarti colpisce in Italia il 15% della popolazione adulta. Nel 4% dei casi assume carattere di particolare severità (2 milioni 400mila persone). La recente pandemia, caratterizzata da un virus ad alta neurotropicità, ha provocato anche danni a livello del sistema uditivo di diverse persone colpite da Covid 19 con aumento dei casi di soggetti con acufene o peggioramento degli acufeni in soggetti già portatori del disturbo.

Il rumore cronico provocato dall’acufene può interferire con la normale vita di relazione e con le altre attività quotidiane: tutto questo fa sì che il malato, specie se è già predisposto, possa scivolare verso uno stato di depressione Non esistono ancora soluzioni farmacologiche o chirurgiche, ma solo strumenti e strategie proposti dagli specialisti in un trattamento integrato chiamato TRT (Tinnitus Retraining Therapy) per favorire la convivenza con il sintomo.

Per parlare della patologia e dei trattamenti a disposizione per affrontarla, la Struttura Semplice Dipartimentale di Audiologia – Otochirurgia dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia organizza un appuntamento sabato 18 giugno a Palazzo Rocca Saporiti. Nell’ambito dell’evento si illustrerà l’importanza sociale della patologia legata in particolare alla incidenza del sintomo, al grande disagio che provoca con ricadute sullo stato psicologico dei soggetti e alla forte richiesta di cura. Nel convegno ci si soffermerà in particolare sull’esperienza del Centro Acufeni di Reggio Emilia che è uno dei pochi presidi pubblici in Italia a occuparsi di acufeni e in cui collaborano Audiologi e Psicologi.

“Il centro – spiega il dottor Giovanni Bianchin, Responsabile della Struttura di Audiologia e Otochirurgia dell’Ausl e Coordinatore del Tavolo Regionale per le Disabilità Uditive – segue circa 250 nuovi utenti ogni anno. Questi entrano in un percorso di terapia e controlli che dura in media 12 – 18 mesi. La terapia si basa sulla correzione della ipoacusia che genera l’acufene e nell’ottenere una soppressione del disturbo attraverso un’attività di mascheramento sonoro. A questo si associa la terapia psicologica mediante la tecnica della mindfulness. Si tratta di una terapia di gruppo innovativa per affiancare e integrare il già esistente percorso di riabilitazione rivolto a pazienti che soffrono di acufeni”.

Con il termine mindfulness si intende la capacità di rivolgere un’attenzione consapevole e intenzionale alla propria esperienza concentrandosi sul momento presente. I protocolli basati sulla mindfulness prevedono l’utilizzo di tecniche di meditazione per imparare a rapportarsi diversamente con la sofferenza fisica e psichica. Lo scopo della pratica è prendersi cura di se stessi in modo più profondo. Diversi studi hanno dimostrato che l’utilizzo costante di tali esercizi di meditazione ha profondi effetti sulla salute fisica e mentale, tanto che le più importanti organizzazioni mondiali dedicate ai temi della salute hanno incluso la mindfulness tra le terapie raccomandate dai sistemi sanitari governativi.

La formula del Corso è quella intensiva della “full immersion”, con lezioni, esercitazioni pratiche, presentazione e discussione di casi clinici con un corpo docente composto, oltre che dal team che opera nella Struttura di Audiologia ed Otochirurgia, da alcuni tra i maggiori esperti nazionali nelle rispettive discipline. Si rivolge a Medici specialisti in Otorinolaringoiatria, Audiologia e Foniatria, Psichiatri, Psicologi, Psicoterapeuti, Tecnici Audiometristi, Tecnici Audioprotesisti, Logopedisti, Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica. I 60 posti previsti dal Corso sono andati esauriti in poco tempo.