Industria reggiana: volumi in aumento per le PMI, ma il fatturato non cresce



Inversione di tendenza, nel secondo trimestre 2025, per la produzione industriale reggiana. Dopo aver chiuso il periodo gennaio-marzo con una flessione del 3,2%, i volumi si sono decisamente rialzati, tanto che alla fine di giugno si è registrato un aumento dello 0,9% rispetto alla stessa data del 2024.

A certificarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese (fino a 500 dipendenti), che evidenziano un andamento in decisa controtendenza anche rispetto al dato regionale, che ha visto abbassarsi la produzione industriale in senso stretto dell’1,4%.

Il fatturato complessivo risulta, però, in lieve calo (-0,1%), seppur segnato da valori decisamente migliori di quelli registrati a livello emiliano-romagnolo (-1,3%).

Buone notizie sono giunte anche dagli ordinativi totali, cresciuti del 2%.

Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono risultate 10,9 (contro 12,0 della media regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 72,6% (74,3% regionale).

Analizzando i principali settori produttivi, si nota che a fine giugno la produzione industriale reggiana è aumentata nei comparti dell’alimentare (+6,5%), della metalmeccanica (+2,2%) e di altre industrie manifatturiere (+1,3%). Negli altri settori si sono registrati, invece, generalizzati ed evidenti cali: -5,1% nel tessile, abbigliamento calzature pelletteria; -3,8% per le materie plastiche; -3,2% nella ceramica; -2,2% nelle industrie elettriche ed elettroniche.

 

Il fatturato complessivo, come si è detto, ha registrato un lieve calo, con valori in crescita solo per l’industria alimentare (+2,3%, nonostante il -1,7% sull’estero), la metalmeccanica (+1,1%, con un +3,0% sull’estero) e l’industria della ceramica (+0,3%, con un +3,0% sull’estero). Tra i settori con fatturato totale negativo troviamo l’industria tessile, abbigliamento calzature e pelletteria (-4,1% e -5,0% sull’estero), le industrie elettriche ed elettroniche (-2,0%, -0,4% sull’estero), l’industria delle materie plastiche (-5,2%, -13,1% sull’estero), le altre industrie manifatturiere (-0,7%, -7,8% sull’estero).

Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – sono aumentati, in particolare, per l’industria delle materie plastiche (+8,2%), quella alimentare (+5,5%), la ceramica (+3,8%) e la metalmeccanica (+2,8%). In calo, invece, il tessile-abbigliamento-calzature e pelletteria con un -6,6%, le industrie elettriche ed elettroniche con -1,9% e altre industrie manifatturiere con -0,2%.

Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del semestre sono superiori alla media (10,9) per la metalmeccanica 13,2 e le industrie elettriche ed elettroniche (14,5).

 

Quanto alle previsioni di produzione per il terzo trimestre 2025, il 59% delle imprese ipotizza stabilità generale, il 17% aumento e il 24% diminuzione.

Relativamente agli ordinativi, il 54% ipotizza stabilità, il 23% aumento e il 23% diminuzione, valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una stima di 53% per la stabilità, 28% per un aumento e 18% per un calo.

Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 19% delle imprese, di stabilità per il 57% e di calo per il 24%.

 

FOCUS ARTIGIANATO

A differenza di quanto avvenuto complessivamente per la produzione industriale, l’artigianato manifatturiero ha evidenziato un calo nella produzione dello 0,8% rispetto al secondo semestre 2024, con una contemporanea diminuzione dell’1,6% degli ordinativi totali e del 2,8% di quelli esteri.

Il fatturato complessivo evidenzia un calo del 3,1% (-2,2% il dato medio regionale) e dell’1,7% sull’estero (-0,3% il regionale), mentre le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre 2025 sono risultate 8,0, (in linea con l’8,1 regionale) e il grado di utilizzo degli impianti si è attestato a 68,6%, rispetto al 68,3% medio regionale.

Secondo le previsioni di produzione per il terzo trimestre, il 56% delle imprese artigiane reggiane ipotizza stabilità, il 16% aumento e il 28% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 51% ipotizza stabilità, il 17% aumento e il 32% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una discreta fiducia nella stabilità (55%), timori di calo per il 40% e crescita per il 5%. Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 17% delle imprese, di stabilità per il 52% e di calo per il 31%.