
Prosegue, anche nel mese di ottobre, la flessione dei nuovi contratti che le imprese parmensi intendono attivare: un -1,1% rispetto allo stesso mese del 2024 che porterà le attivazioni a 4.680 (50 in meno di quelle di un anno fa).
Nel trimestre ottobre-dicembre, invece, il trend dovrebbe invertirsi con un +1,7%, dato da 11.400 attivazioni, vale a dire 190 in più rispetto allo stesso periodo del 2024.
L’analisi dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia su dati Excelsior evidenzia, per ottobre, un calo dei nuovi contratti dell’1,7% nell’industria (1.700 unità, 30 in meno rispetto al 2024), trainato dal -4,9% del manifatturiero e public utilities (1.350 unità in totale). Per le costruzioni, invece, è previsto un aumento del 12,9%, con 350 nuove attivazioni. Alla fine del trimestre ottobre-dicembre l’andamento negativo dei nuovi contratti nell’industria potrebbe replicarsi, con previsioni che confermano il -1,7% di ottobre e indicano 4.100 attivazioni complessive.
Anche per i servizi (che comprendono il 61,5% dei nuovi contratti), a ottobre, è previsto un andamento in discesa, con 130 nuovi contratti in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno (-4,3% e 2.880 attivazioni).
A spingere verso il basso questo settore saranno, in particolare, i servizi alla persona (530 contratti e -10,2%) e quelli alle imprese (1.000 e -6,5%). Si manterranno stabili, invece, le nuove attivazioni nel comparto di alloggio e ristorazione (700 contratti) e del commercio (650).
Quanto al trimestre ottobre-dicembre, si prevede stabilità nell’intero settore dei servizi, che dovrebbe confermare le 7.040 attivazioni dello stesso trimestre 2024.
Infine, resta da segnalare il settore primario, le cui imprese contano di attivare 100 nuovi contratti ad ottobre (stesso dato dell’anno scorso), mentre nel trimestre ottobre-dicembre i nuovi contratti, salendo a quota 260, potrebbero crescere del 4,0%.
Dalle analisi camerali emerge che le aziende della nostra provincia che prevedono di attivare nuovi contratti nel mese di ottobre, sono pari al 20,0% del totale. Di queste attivazioni, nel 23,0% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre per il 77,0% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).
Il 33,5% dei nuovi contratti di ottobre è riservato a giovani con meno di 30 anni.
Ottobre ripropone anche il tema dei cosiddetti candidati introvabili, ovvero figure professionali per la cui reperibilità le imprese dichiarano di trovarsi in difficoltà nel 50,7% dei casi: nel 32,5% dei quali, mancano le candidature; nell’11,9% delle posizioni offerte, i curricula mostrano impreparazione e/o inadeguatezza dei candidati stessi.
Tra i profili di ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, il mismatching tra domanda e offerta di lavoro arriva al 78,7% tra i tecnici della salute, al 77,3% per i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi e al 76,6% per i tecnici in campo ingegneristico.
Invece, per le professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, le imprese prevedono difficoltà di reperimento per il 56,3% delle posizioni per professionisti qualificati in servizi sanitari e sociali, per il 55,0% degli addetti alla segreteria e agli affari generali e infine per il 54,6% degli esercenti e addetti alle attività di ristorazione.
Più critica, poi, è la situazione che si evidenzia nell’area degli operai specializzati e conduttori d’impianti e macchine, dove la difficoltà di reperimento sale al 90,5% per i fabbri ferrai costruttori di utensili, si attesta all’84,2% per gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni e al 78,4% per i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica.
L’Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia ha elaborato i dati forniti dal Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea.