Sono aperte le iscrizioni per partecipare allo spettacolo “Una vite è caduta a terra”, l’opera interamente scritta e realizzata dai detenuti del reparto maschile degli Istituti penitenziari di Reggio Emilia, in programma il prossimo 12 dicembre alle 18.30. Per prenotarsi, occorre registrarsi entro il 21 novembre al seguente link: https://istanze.comune.reggioemilia.it/rwe2/module_preview.jsp?MODULE_TAG=SOCI_028
Lo spettacolo, realizzato insieme alla Compagnia teatrale MaMiMò, rientra tra le attività promosse da Comune di Reggio Emilia e Istituti penitenziari di Reggio Emilia nell’ambito del progetto triennale “Territori per il reinserimento Emilia-Romagna”, finanziato da Cassa delle Ammende e Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il Ministero dell’Interno e il Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, nell’ambito del festival Trasparenze di Teatro Carcere, percorso tra gli spettacoli del Coordinamento Teatro Carcere Emilia -Romagna, formato delle compagnie che operano con progetti teatrali nelle carceri della regione Emilia-Romagna.
Oltre a “Una vite è caduta a terra”, lo scorso 8 novembre è andata in scena “La casa del cielo”, l’opera scritta e interpretata dalle detenute transgender del reparto Orione dell’Istituto penitenziario reggiano. Entrambi gli spettacoli sono frutto dei laboratori teatrali condotti da MaMiMò nei mesi scorsi. L’esperienza, ormai decennale, fa del teatro un’opportunità di cambiamento e uno strumento per riflettere, raccontarsi, lavorare e relazionarsi con gli altri. Attraverso il lavoro teatrale, le persone detenute riscoprono l’ascolto, la disciplina creativa, la fiducia nel gruppo, la possibilità di essere altro e la scena diventa non solo espressione artistica, ma un atto in grado di dare voce a chi è invisibile, rompere l’isolamento e creare ponti tra dentro e fuori.
LA RAPPRESENTAZIONE -“Una vite è caduta per terra” interroga i confini tra fatica, desiderio e senso della vita. Un gruppo di uomini vive e lavora in condizioni estenuanti, isolato dal mondo, come su una piattaforma in mezzo al mare. Per non soccombere all’alienazione e alla ripetizione meccanica, alzano lo sguardo verso le nuvole, figure effimere che diventano la traccia dei loro desideri, la possibilità di immaginare un senso al sacrificio quotidiano. Ma c’è un capo, immensamente ricco, che non conosce più alcun desiderio. Le nuvole, per lui, sono scomparse. In preda a una crisi esistenziale, cerca di costringere gli operai a consegnargli i loro motivi di vita, privandoli dell’unica libertà che resta, ovvero la ricerca di un senso alla propria esistenza. Eppure le nuvole non sono mai uguali a se stesse, proprio come i desideri: appena realizzati, presto svaniscono. Ci sarà, allora, dietro le nuvole, qualcosa cui possiamo davvero aggrapparci?”
Parteciperanno i detenuti Ahmed, Anass, Angelo, Bruno, Danae, Davide, Gaetano, Khalil, Marco, Mattia e Sofia. La regia è Gian Marco Pellecchia, la drammaturgia di Paolo Bruini, testo realizzato con il contributo dei partecipanti al laboratorio. Con la collaborazione di: Danae Bilotti, Jeane Santos Dias, Sofia Gandolfi, Giulia Pirelli, Nyx Rota, Stefano Viani.
IL FESTIVAL – In programma fino al 22 dicembre 2025 in Emilia-Romagna, è organizzato dal Teatro del Pratello con il sostegno del MIC. Otto le città della regione in cui si articola la nuova edizione: Bologna, Castelfranco Emilia, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia.
Nella sua quinta annualità, il festival compone in cartellone i primi esiti del progetto triennale (2025-2027) che il Coordinamento Teatro Carcere, sostenuto dalla legge 13 della Regione Emilia – Romagna, porta avanti in 15 sezioni detentive di 8 Istituti Penitenziari, sui 10 presenti in regione, su un titolo comune: ARTAUD, gli artisti nei luoghi di reclusione, tema declinato secondo la poetica di ciascun regista e approfondito e sviluppato nell’arco della triennalità, confrontandosi con opere diverse e comuni. “La figura di Artaud, le sue opere, la sua vita, sono un paradigma perfetto, un caleidoscopio attraverso il quale guardare il rapporto tra creatività e luoghi di reclusione e tentare di esplorarlo in plurime direzioni” precisa il Coordinamento.
Le 13 sezioni detentive coinvolte sono: Bologna (Sezione Femminile), Ferrara (sezione maschile), Forlì (sezione maschile e sezione femminile), Ravenna (sezione maschile), Parma (sezione maschile), Castelfranco Emilia (Sezione maschile), Modena (sezioni maschili e sezione femminile), Reggio Emilia (sezioni Zeta , maschile e transgender) e Istituto Penale per i minorenni di Bologna.

