Regione, il bilancio del primo anno di Legislatura della Giunta de Pascale

Sicurezza del territorio, welfare, montagna e aree interne, manifattura, agricoltura di qualità, trasporti e servizi, cultura, imprese e lavoro, per cittadine, cittadini e famiglie – a partire dai più fragili – al centro delle politiche regionali.



È nei cantieri per la messa in sicurezza di fiumi, versanti e centri urbani; nei servizi educativi che si ampliano per accogliere sempre più bambine e bambini; nel rafforzamento della sanità pubblica territoriale, con percorsi e presidi più vicini alle comunità.

È nelle politiche per la casa che si rafforzano, negli interventi per la montagna e le aree interne che mantengono vivi i servizi di prossimità, con l’obiettivo di creare nuove opportunità per i territori. Ed è nel lavoro, nella scuola, nel welfare, nella cura quotidiana delle persone – soprattutto quelle più fragili – che si misura il primo anno di Legislatura della Giunta regionale guidata dal presidente Michele de Pascale.

Un anno di lavoro su queste priorità, che ha portato sia a scelte concrete e investimenti sia a gettare le basi per decisioni e misure future. Un impegno che attraversa l’intero spettro delle politiche regionali: dal supporto alle famiglie alle risposte ai nuovi bisogni sociali, dalla qualità dell’abitare alla sicurezza del territorio, fino alle opportunità per chi studia, lavora e vive nelle comunità locali. Un’azione che guarda soprattutto alle giovani generazioni, creando condizioni attrattive perché chi cresce in Emilia-Romagna – e chi sceglie di arrivarci – possa mettere radici e costruire qui il proprio futuro.

Un percorso anche difficile, così come lo sono le risposte da dare alle sfide complesse di oggi, che passa per la conferma e l’aggiornamento del Patto per il Lavoro e per il Clima, verso un nuovo Patto per l’Emilia-Romagna che riunisca istituzioni, parti sociali, rappresentanze economiche e civiche attorno a una visione condivisa. Un modello di sviluppo regionale fondato su qualità, innovazione, pubblica, sicurezza del territorio, salvaguardia dell’occupazione, risposta alla crisi climatica e sanità.

Sanità pubblica e universalistica

Il sistema sanitario regionale è uno dei cardini della tenuta sociale e uno dei fronti su cui la Regione ha concentrato maggiori investimenti in questo primo anno di Legislatura. Sono stati rafforzati prevenzione, servizi territoriali e interventi strutturali: ampliati gli screening oncologici, potenziate le campagne per la diagnosi precoce. Sul territorio è stata avviata la nuova Rete dell’assistenza primaria, con servizi più integrati e vicini alle comunità, e potenziati gli interventi di telemedicina e cure domiciliari. Parallelamente, avanza l’edilizia sanitaria – con 178 milioni di euro di investimenti – e crescono le risorse dedicate alle fragilità: salute mentale (investimento di 40 milioni di euro nel 2025), dipendenze, sanità penitenziaria, insieme al sostegno alla formazione delle professioniste e dei professionisti. Un impegno che trova conferma anche nel Bilancio 2026-2028, approvato dalla Giunta, che destina 10,5 miliardi di euro alla sanità pubblica dell’Emilia-Romagna e prevede un contributo strutturale di 200 milioni l’anno di fondi regionali, a integrare quelli nazionali, riaffermando la centralità di un servizio che deve continuare a essere pubblico e universalistico.

Il grande piano per il diritto alla casa

Accanto alla salute, un altro tema su cui la Regione ha puntato fin da subito, è il diritto alla casa per dare una risposta concreta a una situazione emergenziale in crescita. Con un piano robusto da 300 milioni di euro la Giunta de Pascale ha messo le basi per finanziare due linee di intervento. La prima è la riqualificazione di migliaia di alloggi pubblici a oggi non assegnati perché bisognosi di interventi di ristrutturazione e che potranno così essere rimessi a disposizione delle comunità. La seconda riguarda la possibilità di realizzare nuovi interventi ERS da parte dei Comuni, nonché lavori di efficientamento nei fabbricati Erp (edilizia residenziale pubblica), con l’obiettivo di ridurre il più possibile le condizioni di povertà energetica e di operazioni per l’accessibilità.  

Altro fronte di intervento è il rifinanziamento del Fondo affitti con a disposizione 10 milioni di euro all’anno per sostenere famiglie, giovani, lavoratrici e lavoratori in difficoltà e l’housing sociale con uno stanziamento di 5 milioni.

Un capitolo di particolare rilievo riguarda poi la nuova legge regionale sugli affitti brevi, pensata per affrontare in modo strutturale le tensioni abitative nelle aree a maggiore pressione turistica e urbana. La Regione ha definito per la prima volta un quadro organico di regole, costruito insieme a Comuni, associazioni e stakeholder, che punta a riequilibrare il mercato, tutelare i residenti, garantire alloggi per lavoratrici e lavoratori stagionali e promuovere uno sviluppo turistico sostenibile, capace di tenere insieme accoglienza, qualità della vita e diritto alla casa.

Welfare, scuola e infanzia, contrasto alle povertà

Il rafforzamento della rete sociale ha accompagnato le politiche sanitarie e abitative, con più servizi domiciliari e sostegni per anziani, persone con disabilità e caregiver grazie a un Fondo per la non autosufficienza che supera i 570 milioni di euro, incrementato di 82,2 milioni rispetto al 2024, a cui si aggiungono altri 25 milioni sia per il 2026, sia per il 2027 (+135 milioni rispetto al 2024).

Per le situazioni di fragilità economica più critiche, la Regione ha approvato un Piano triennale per il contrasto alle povertà finanziato con 124 milioni di euro per accompagnare le persone in percorsi di autonomia e integrazione, ridurre i divari e prevenire nuove forme di esclusione sociale.

A queste risorse si sommano quelle derivanti da due importanti bandi regionali. Il recente bando, rivolto a iniziative del terzo settore per il recupero, redistribuzione di beni alimentari a favore di nuclei e persone in condizione di povertà, fragilità sociale e povertà estrema: oltre al milione di euro già stanziato, le ulteriori risorse previste sui bilanci 2026 e 2027 per 860mila euro, ci consentiranno di sostenere tutti i progetti ritenuti ammissibili a finanziamento. 

Nel prossimo biennio, grazie a uno stanziamento di 450mila euro, verrà dato ulteriore impulso anche agli sportelli di aiuto e alle procedure a favore di coloro che, per svariati motivi, si trovano sovraindebitati, non possono accedere alle ordinarie procedure di fuoriuscita da questa condizione e rischiano di cadere in circuiti di usura e ancora maggiore vulnerabilità.

Sempre a sostegno delle famiglie sono stati stanziati quasi 45 milioni per ampliare i posti nei nidi e abbattere le rette, mentre nuove risorse rafforzano diritto allo studio, inclusione e servizi educativi. A questi interventi si aggiunge il percorso avviato con gli Stati generali della scuola e con gli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza, che hanno inaugurato un confronto strutturato tra Regione, famiglie, studenti, insegnanti e comunità educative, raccogliendo bisogni e proposte utili a orientare le politiche del prossimo triennio.

“Al centro delle nostre scelte- sottolinea il presidente de Pascale– c’è un’idea semplice ma ambiziosa: nessuna politica è efficace se non migliora la vita delle persone. Dalla sanità alla casa, dalla scuola al welfare, abbiamo lavorato per rafforzare i servizi essenziali e dare risposte ai bisogni che emergono dai territori. Tanti gli obiettivi che abbiamo raggiunto in questo primo anno, ma non neghiamo però i problemi che vogliamo affrontare in maniera trasparente e condivisa, in un contesto globale attraversato da conflitti, rincari energetici, incertezze economiche e dagli effetti sempre più evidenti della crisi climatica che colpisce territori, infrastrutture e comunità. In una fase così delicata, abbiamo scelto di non arretrare: aumentare gli investimenti pubblici, rafforzare le tutele sociali e mettere al centro chi rischia di pagare il prezzo più alto, le cittadine e i cittadini”.

Ricostruzione, messa in sicurezza del territorio e difesa del suolo: gli interventi

Altra priorità dell’azione regionale è la messa in sicurezza del territorio: un impegno che attraversa tutta l’Emilia-Romagna, dalla montagna alla pianura fino alla Costa. L’intervento della Regione interessa fiumi, argini, corsi d’acqua, versanti e litorale, all’interno di un piano organico che integra manutenzione, prevenzione e opere strutturali di difesa del suolo, a partire dal potenziamento delle casse di espansione e delle opere di laminazione, fondamentali per ridurre i picchi di piena e proteggere i centri abitati. Accanto ai cantieri già conclusi, a quelli a oggi attivi e in partenza su frane, alvei dei fiumi, ponti e opere di attraversamento, e sui tratti costieri più esposti all’erosione, prosegue la ricostruzione successiva alle alluvioni del 2023 e del 2024 – condotta in coordinamento con il Commissario nazionale alla ricostruzione, Fabrizio Curcio – con interventi programmati per 2,7 miliardi di euro su infrastrutture, viabilità, centri abitati e sistemi idraulici, con l’obiettivo di innalzare progressivamente il livello di protezione dei territori.

Per le opere di messa in sicurezza del territorio a seguito delle alluvioni, all’Emilia-Romagna sono stati assegnati dalla Struttura commissariale 919 milioni di euro dal 2027, risorse che la Regione è pronta ad anticipare, almeno in parte, già dal 2026, con fondi propri. Inoltre, nell’ultimo Bilancio di previsione è stato istituito un Fondo regionale da 10 milioni di euro per la progettazione degli interventi.

Per sostenere le famiglie e le attività economiche impossibilitate a ricostruire nelle aree a rischio, inoltre, grazie al lavoro congiunto della Regione e della struttura commissariale sono stati definiti i provvedimenti su semplificazione e delocalizzazioni, che prevedono procedure più agevoli per i rimborsi e gli indennizzi, criteri e modalità operative per spostarsi in aree alternative e sicure. Un provvedimento atteso nei territori colpiti, che mette a disposizione un quadro certo di riferimento per accompagnare chi si trova nella condizione di dover trasferire abitazioni o sedi produttive fuori dalle zone a maggiore vulnerabilità.

“Sulla ricostruzione- afferma de Pascale– abbiamo voluto e ottenuto un cambio di passo non più rinviabile, insieme al commissario Curcio e mantenendo costante il confronto con le comunità locali, da cui sono arrivate osservazioni ai progetti di messa in sicurezza. Prima ancora, abbiamo ottenuto un miliardo di euro dal Governo per opere di riduzione del rischio e di fronte al bisogno di accelerare anticiperemo noi le risorse dal 2026: il prossimo anno vogliamo procedere con i cantieri. Vogliamo fatti concreti, quindi l’individuazione e la sistemazione di aree di espansione e laminazione delle acque, il consolidamento delle arginature, la riprofilatura delle sezioni fluviali, l’abbassamento delle aree golenali e una migliore gestione della vegetazione”.

Nel 2025 sono state inoltre raddoppiate le risorse destinate alla manutenzione ordinaria, che salgono a quasi 50 milioni di euro: era un obiettivo di legislatura, da raggiungere quindi in cinque anni, ma la scelta è stata quella di raddoppiare strutturalmente fin dal primo anno, per assicurare interventi diffusi in tutte le province. È stato avviato un lavoro coordinato con la Protezione civile regionale, i Comuni e le università per rafforzare il monitoraggio delle aree più fragili, aggiornare conoscenze e modelli di analisi e supportare la progettazione degli interventi. Un percorso condiviso che punta a mettere il territorio nelle condizioni di prevenire e ridurre i rischi, tutelando persone, abitazioni, imprese e servizi essenziali.

Lavoro, sviluppo economico, transizione digitale, formazione e talenti

La crescita dell’Emilia-Romagna passa anche e soprattutto dal lavoro: per questo la Regione ha messo in campo interventi per tutelare l’occupazione, sostenere il sistema produttivo e la manifattura, e attrarre talenti e nuove competenze, leve decisive per la competitività del territorio. Tra legge regionale 14/2014 (attrazione investimenti) e legge regionale 2/2023 (attrazione talenti) la dotazione nel triennio sale a quasi 40 milioni di euro. Così come, per sostenere gli investimenti delle Pmi, abbiamo stanziato 25 milioni per un basket bond che mobiliterà risorse per 100 milioni di euro.
La Giunta è stata al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici seguendo tutte le vertenze industriali – quali, a solo titolo di esempio, La Perla, Berco e Yoox – e, allo stesso tempo, ha spinto su innovazione, transizione digitale ed energetica, startup e filiere tecnologiche, rafforzando un sistema che punta su qualità, ricerca e alta specializzazione. Un impegno affiancato dall’ampliamento dei percorsi di formazione professionale e delle alte competenze, per preparare lavoratrici e lavoratori nei settori in trasformazione e generare nuova occupazione qualificata.

La Regione si è attivata sul rafforzamento della Rete Alta Tecnologia e della collaborazione con le Università dell’Emilia-Romagna e sta lavorando a una legge sull’economia sociale.

“Il tessuto produttivo dell’Emilia-Romagna, fatto di piccole, medie e grandi imprese che generano valore, competenze e lavoro di qualità, è il motore della nostra economia. Garantirne la tenuta significa tutelare l’occupazione, i salari, la stabilità delle comunità- spiega il presidente de Pascale-. Oggi siamo chiamati ad agire su più fronti: il calo della produzione industriale che da tempo l’Italia registra, in linea con quanto accade in Germania, colpisce inevitabilmente anche un territorio come il nostro, punta di diamante della manifattura nazionale. Non è un fenomeno imputabile a un solo livello istituzionale: pesano i costi energetici, i dazi generalizzati, l’aumento delle materie prime e un sistema Ets che, così com’è, rischia di penalizzare in modo ingiusto intere filiere, a partire dalla ceramica. Per questo ciascuna istituzione, Regione compresa, deve occupare ogni spazio possibile per contrastare la frenata e sostenere il tessuto produttivo. Servono politiche industriali vere, che oggi non vediamo a livello nazionale ed europeo.  In Emilia-Romagna abbiamo scelto di continuare a valorizzare il modello delle piccole e medie imprese con misure concrete: i 50 milioni del bando sulla digitalizzazione già arrivati alle imprese, i 5 milioni per le start up innovative, i 30 milioni per sostenere gli investimenti produttivi finalizzati alla produzione di Tecnologie strategiche per l’Europa. È questa la strada per proteggere la nostra manifattura, rafforzarla e accompagnarla nelle trasformazioni in corso”.

La Regione ha proseguito nel consolidamento della Data Valley, asset strategico per l’attrattività e la competitività del territorio. Il Tecnopolo di Bologna è diventato Dama, la nuova cittadella della scienza che ospita il supercomputer Leonardo, le infrastrutture di ricerca europea e, a breve, il supercomputer dedicato all’intelligenza artificiale. Qui troverà sede anche l’Università dell’Onu sui big data e sul contrasto alla crisi climatica, rafforzando il ruolo dell’Emilia-Romagna come piattaforma internazionale per tecnologie avanzate, ricerca scientifica e formazione di nuove competenze.

Con riferimento alla transizione digitale la Regione ha fatto una scelta netta per nuovi investimenti che mirano a realizzare infrastrutture più solide, incrementare la sicurezza, condividere dati e migliorare le competenze. Solo sull’Agenda Digitale sono previsti, nel triennio, 16,9 milioni di euro, a cui si affiancano oltre 21 milioni di accantonamenti per progetti innovativi, con un investimento complessivo che guarda al medio-lungo periodo.

Una parte significativa degli stanziamenti è destinata alla connettività dei territori, in particolare aree montane e interne: reti più resilienti, interventi di ridondanza per garantire continuità dei servizi, nuovi investimenti su copertura della telefonia mobile e del Wi-Fi pubblico. Scelte concrete per ridurre i divari territoriali e assicurare servizi affidabili a cittadine, cittadini, imprese e amministrazioni locali.

Accanto alle infrastrutture, vengono rafforzati anche gli investimenti su competenze e facilitazione digitale, sicurezza informatica, gestione dei dati, intelligenza artificiale e supporto alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, con un ruolo centrale di Lepida SCpA e delle piattaforme regionali condivise.

Sono oramai 42 i tralicci realizzati dalla Regione, attraverso Lepida, per raggiungere aree scoperte da servizi di telefonia mobile. Le scuole connesse in fibra ottica ad 1 Giga sono oggi 2.912, con copertura delle sedi delle scuole secondarie di secondo grado che raggiunge il 97%. Emilia-Romagna WiFi è sempre più pervasivo raggiungendo 12.910 punti di accesso libero, veloce e gratuito, con oltre 400 nuovi punti nel 2025 e 8,3 milioni di utenti unici nell’anno. Anche la Facilitazione Digitale nel 2025 ha visto attivi più di 200 punti in cui sono stati assistiti oltre 80mila cittadine e cittadini.

Sono investimenti che non inseguono l’innovazione, ma la governano: per una Regione più moderna, accessibile e capace di offrire servizi migliori, ovunque si viva.

Infrastrutture e trasporti

Sul fronte della mobilità, la Regione ha puntato ad agevolare gli spostamenti quotidiani di studentesse, studenti, pendolari e famiglie, investendo su un trasporto pubblico più accessibile e sostenibile rispetto all’auto privata. È proseguito il rinnovo della flotta ferroviaria e degli autobus, insieme al potenziamento dei servizi sulle principali tratte regionali. Al Tpl vengono destinati 10 milioni aggiuntivi nel 2026 e viene confermato anche “Salta su!”, il programma che offre abbonamenti gratuiti alle alunne e agli alunni di elementari, medie e superiori, oltre a MiMuovoinCittà e le agevolazioni per gli under 26.

Per quanto riguarda il trasporto delle persone, la Regione ha investito sulle infrastrutture strategiche: dalla rete ferroviaria, la viabilità stradale, fino alla rigenerazione di nodi urbani e dei collegamenti con aree industriali e portuali per i collegamenti merci. In questo quadro si collocano la Zona logistica semplificata, leva per attrarre investimenti e aumentare la competitività del sistema produttivo, e il ruolo del porto di Ravenna come snodo logistico regionale e porta d’accesso ai traffici internazionali, oltre che fulcro del sistema portuale integrato tra porti regionali e comunali sul quale la Regione sta lavorando. Un insieme di azioni che punta a migliorare connessioni, accessibilità e opportunità di sviluppo per comunità, imprese e territori.

Sul fronte delle infrastrutture autostradali la Regione Emilia-Romagna sta lavorando per perfezionare un Protocollo d’intesa con ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Comune di Bologna e Città metropolitana nel quale saranno definite le progettualità del Nodo di Bologna identificate come prioritarie. Oltre all’adeguamento dimensionale della terza corsia delle tangenziali e all’implementazione sull’intero sistema di un upgrade tecnologico per il controllo attivo del traffico per la gestione dinamica delle corsie, si sta procedendo all’individuazione delle opere di adduzione che risultano prioritarie sulla base dell’efficacia trasportistica e del ruolo strategico in chiave di resilienza ambientale e territoriale come il collegamento tra via del Triumvirato e via del Chiu e il ponte sul Reno dell’Intermedia di Pianura.

Sempre nel Nodo sono considerate come prioritarie l’ampliamento alla quarta corsia della A14 tra Ponte Rizzoli e la diramazione di Ravenna e l’incremento della capacità nel tratto fra Bologna-San Lazzaro e Ponte Rizzoli, oltre alle opere di adduzione connesse al potenziamento della tratta San Lazzaro-dir Ravenna. Rimane aperto il tema del potenziamento della A13 da Ferrara fino al tratto di penetrazione a Bologna, con particolare attenzione al Nodo di Funo.

Un capitolo specifico riguarda gli Stati generali della sicurezza stradale, convocati per la prima volta in Emilia-Romagna: un momento pubblico di confronto sui dati regionali e sulle azioni necessarie per avvicinarsi agli obiettivi europei di riduzione di vittime e feriti entro il 2030. Un’iniziativa che ha riunito istituzioni, enti locali, forze dell’ordine, scuole e associazioni, riportando il tema della sicurezza sulle strade al centro del dibattito pubblico e delle politiche regionali. Sono state inoltre avviate specifiche campagne di sensibilizzazione rivolte agli utenti della strada e suddivise per fasce di età e grado di vulnerabilità.

Ancora, il sistema aeroportuale regionale: la Regione ha avviato un percorso condiviso con le città sede di scalo e con i gestori per definire una strategia unica, capace di valorizzare tutti gli aeroporti dell’Emilia-Romagna e di accompagnarne la crescita in modo equilibrato e sostenibile. L’obiettivo è raggiungere, nel medio-lungo periodo, i 20 milioni di passeggeri l’anno attraverso una pianificazione che integra sviluppo dei voli, qualità dei servizi e sostenibilità ambientale. La nuova strategia si articola su tre assi: un quadro di regole omogenee, strumenti fiscali che rendano più competitivi gli aeroporti con minor traffico a partire dall’abolizione della council tax per gli scali di Forlì, Parma e Rimini e un riequilibrio dei flussi tra le diverse realtà regionali. Una direzione che punta a rafforzare la connettività dell’Emilia-Romagna, sostenendo allo stesso tempo le economie locali e la coesione territoriale.

Energia pulita

La transizione energetica rappresenta un altro ambito centrale dell’azione regionale. Le Comunità energetiche rinnovabili hanno superato quota 120 tra gruppi già costituiti e realtà operative, con un crescente ruolo di imprese, Comuni e associazioni nella produzione e condivisione locale di energia pulita. Parallelamente, la Regione ha messo in campo risorse concrete per migliorare la sostenibilità del patrimonio pubblico: 22 progetti di enti locali sono stati ammessi ai finanziamenti per l’efficientamento energetico degli edifici, con risorse che salgono a 15 milioni di euro. Interventi che riducono i consumi rafforzano l’autonomia energetica dei territori e contribuiscono alla decarbonizzazione dell’intera regione.

Grande impegno della Giunta anche sulla proposta di legge relativa alle “aree idonee” per l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, necessariamente sospesa nei mesi scorsi, ma ora nuovamente oggetto di lavoro a fronte delle recenti riforme statali che riprendono diversi princìpi cardine del progetto di legge avviato dall’Emilia-Romagna. La proposta della nostra Regione si inserisce nel quadro del burden sharing nazionale che prevede, entro il 2030, il raggiungimento di 6,3 GW di potenza aggiuntiva da Fer (Fonti di energia rinnovabile) nel territorio regionale, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo nazionale di 80 GW. Nell’individuazione delle aree da considerare idonee verranno seguiti una serie di criteri tecnici e ambientali che favoriranno l’installazione degli impianti nelle zone degradate, marginali o compromesse sotto il profilo ambientale e in ambiti già antropizzati, come ex cave, discariche aree industriali dismesse o a margine di infrastrutture, salvaguardando le aree agricole di pregio, le zone protette, i beni culturali e paesaggistici.

Un intervento legislativo che mira a bilanciare gli interessi pubblici territoriali e la necessità delle imprese di sostenere i crescenti costi dell’energia, anche attraverso forme di autoproduzione e autoconsumo energetico. Con un’unica visione d’insieme: tutela dell’ambiente e del paesaggio e transizione energetica non sono antagonisti, ma alleati nello sviluppo e nella crescita del nostro territorio.

Agricoltura e agroalimentare

Agricoltura e agroalimentare restano uno dei motori dell’Emilia-Romagna e un presidio fondamentale per i territori rurali. Nel 2025 la Regione ha sostenuto aziende e filiere colpite dalle emergenze climatiche, rafforzato gli strumenti per la gestione del rischio e accelerato gli investimenti del Programma di sviluppo rurale, con interventi su innovazione, digitalizzazione, benessere animale e sostenibilità delle produzioni. Un capitolo centrale ha riguardato il Piano Marshall dell’acqua, con oltre 1,2 miliardi di euro destinati a nuove infrastrutture irrigue, invasi, reti di distribuzione e opere idrauliche strategiche per garantire sicurezza, disponibilità della risorsa e continuità produttiva. Proseguono inoltre gli interventi per la promozione della qualità delle produzioni Dop e Igp nei mercati nazionali e internazionali, il sostegno alle imprese agricole, a partire dai giovani, la promozione dell’agricoltura sociale e il rafforzamento delle filiere corte e dei mercati locali, a beneficio delle comunità e dei sistemi rurali.

Il 2025 ha segnato anche il riconoscimento della Cucina Italiana come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco: una decisione che non riguarda solo il cibo, ma il modo in cui le comunità italiane vivono, trasmettono e raccontano la propria identità. Un traguardo nel quale l’Emilia-Romagna è protagonista, grazie alle sue 44 Dop e Igp, ai produttori che ne custodiscono la storia e alla rete di istituzioni culturali che valorizzano questo patrimonio, tra cui Casa Artusi, che da Forlimpopoli porta nel mondo l’eredità di Pellegrino Artusi e ha contribuito in modo decisivo alla costruzione del dossier nazionale.

Il numero delle produzioni certificate è destinato a crescere: è infatti in fase avanzata l’iter per il riconoscimento dell’erbazzone reggiano, simbolo della tradizione culinaria di Reggio Emilia, sostenuto dall’associazione dei produttori, dagli enti locali e dalla Regione. Una torta salata semplice e identitaria, fatta di pasta non lievitata, bietole o spinaci e Parmigiano Reggiano Dop, che dalle cucine familiari è entrata a pieno titolo nel patrimonio culturale del territorio.

Il comparto delle indicazioni geografiche rappresenta un pilastro dell’economia regionale che vale 3,9 miliardi di euro, di cui 3,5 miliardi generati dal cibo certificato e 455 milioni dai vini. È un sistema produttivo che garantisce lavoro, qualità e presidio sociale nelle aree rurali, dove operano circa 53mila imprese agricole e agroalimentari, di cui 4.500 nel settore industriale. Per valorizzare questi prodotti e rafforzarne la presenza sui mercati internazionali e nazionali, la Regione ha investito 25 milioni di euro nel biennio 2025-2026, sostenendo la promozione dei vini certificati nei Paesi extra UE, quella dei prodotti Dop e Igp all’interno dell’Unione europea e le iniziative nazionali legate a fiere, manifestazioni e attività dirette sui territori. Parallelamente sono state garantite risorse per assicurare liquidità e stabilità alle imprese agricole: 215 milioni di euro di anticipi Pac già erogati a oltre 36mila aziende, 18 milioni dal Fondo europeo agricolo di garanzia destinati a 5.700 imprese e 56 milioni previsti nel Bilancio 2026 per innovazione, benessere animale, distretti del biologico e filiere di qualità. Si tratta di un insieme organico di interventi che mette al centro la tenuta economica delle imprese agricole, la sostenibilità delle produzioni e la promozione dell’identità enogastronomica regionale, riconoscendone il valore culturale e il ruolo strategico per le comunità e i territori.

Montagna e aree interne

Una parte rilevante dell’azione regionale ha riguardato la qualità della vita nei territori: dalla montagna alle aree interne, fino ai centri urbani. Sono stati potenziati i servizi locali, rafforzata la connettività digitale, avviati nuovi interventi di rigenerazione urbana e sostenute le comunità più fragili con investimenti che puntano a contrastare lo spopolamento, migliorare l’accessibilità e garantire servizi essenziali in ogni area della regione. Con questi obiettivi nel 2026 la Giunta ha incrementato, rispetto al passato, del 20% il Fondo per la montagna portandolo a 24 milioni di euro nel triennio. nel triennio. Sono risorse che si aggiungono a quelle già programmare per le Stami che assommano a più di 100 milioni di euro. Non solo investimenti ma servizi: tutte le misure precedenti e nuove vengono adesso potenziate, dal sostegno aggiuntivo al trasporto scolastico a quello per le pluriclassi, dalle misure di sostegno alle cooperative di comunità a quelle per gli esercizi polifunzionali. Il compito della politica è contrastare lo spopolamento della montagna e non certo assecondarlo. L’Emilia-Romagna lo fa proprio nel momento in cui il Governo con la revisione dei criteri della montanità intende “cancellare” oltre il 30% dei comuni montani e oltre il 40% di quelli del nostro Appennino.

Turismo, commercio e sport

Allo stesso tempo la Regione ha investito sul turismo e sulla valorizzazione delle identità territoriali, promuovendo la riqualificazione delle strutture ricettive con un bando Eureca in uscita a gennaio che potrà contare su 11 milioni di euro di risorse regionali in grado di generare investimenti per almeno 60 milioni di euro tramite il sostegno al credito. E sempre nel prossimo anno è al via un tavolo per la revisione del quadro normativo e la definizione degli strumenti finanziari adeguati e strutturali per accompagnare la riqualificazione delle strutture ricettive e delle colonie.

Un investimento importante riguarda anche la promozione e la valorizzazione dell’Emilia-Romagna sui mercati nazionali ed esteri; sono state confermate le risorse per Apt e Destinazioni turistiche portandole a una pianificazione triennale per migliorare la progettazione e inseriti fondi aggiuntivi per le tre Destinazioni pari a 500mila euro tramite risorse Funt (Fondo unico nazionale per il turismo). Per quanto riguarda in particolare l’estero sono state pianificate azioni di promozione sui mercati serviti da collegamenti con l’aeroporto di Rimini in sinergia con tutti i comuni costieri della provincia e sulla Germania con accordi relativi al servizio ferroviario di collegamento con la costa Romagnola.

Per quanto riguarda il turismo green, sempre con risorse Funt, sono stati dati contributi per la sicurezza e l’ammodernamento degli impianti di risalita e l’impiantistica sportiva in montagna, mentre altre risorse aggiuntive sono state destinate alla valorizzazione del parco del Delta del Po tramite la Destinazione Romagna.

Anche quest’anno l’Emilia-Romagna è stata protagonista di grandi eventi sportivi internazionali, come la Formula 1 e la finale di Coppa Davis. Nel corso dell’anno è stato anche annunciato il rinnovo della Moto GP a Misano; eventi che si aggiungono a tante altre iniziative finalizzate anche a supportare la destagionalizzazione.

Commercio, è proseguito il lavoro sugli hub urbani: ad oggi 44 Comuni hanno ottenuto il riconoscimento di hub urbani e di prossimità e altri stanno facendo richiesta. Ammontano a 14 milioni di euro le risorse del primo bando per sostenerli la cui uscita è attesa a gennaio e, per accompagnare questa politica strategica per rendere città e paesi più attrattivi e vivibili, è prevista l’uscita periodica nei prossimi anni di ulteriori bandi. A questo si aggiungono i 4,2 milioni di euro per 36 progetti in tutte le province per migliorare la qualità degli spazi pubblici e sostenere la crescita economica.

Parallelamente sono state rafforzate le politiche per lo sport, con interventi per impianti, eventi, attività motorie ed educative, azioni di contrasto all’abbandono giovanile e una collaborazione sempre più stretta con scuole, associazioni e amministrazioni locali, anche attraverso azioni di divulgazione della cultura sportiva con il coinvolgimento di testimonial. Con oltre 25 milioni di euro di investimento, la Regione ha sostenuto 52 progetti di impiantistica sportiva. Più di 2 milioni di euro sono serviti per finanziare, attraverso appositi bandi, 83 eventi e 78 iniziative di associazioni sportive, enti, federazioni.

Un impegno che riconosce nello sport uno strumento fondamentale di salute, educazione, inclusione e coesione sociale, soprattutto per le giovani generazioni.

Stop alla violenza sulle donne

Promozione delle pari opportunità e tutela dei diritti. La Regione ha rafforzato i servizi dedicati alle donne, destinandocirca 5 milioni di euro alla prevenzione della violenza a partire dalle scuole, la realizzazione di nuovi centri antiviolenza sul territorio regionale, e lo sviluppo della rete già esistente.

Un investimento ulteriore di 700mila euro, che ha portato a 2,7 milioni il budget complessivo, è servito a finanziare il bando regionale per sostenere 103 progetti da realizzare, tra questo e il prossimo anno, su promozione delle pari opportunità, contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere. E 1,6 milioni di euro – 600mila in più rispetto alla dotazione prevista inizialmente – sono destinati a realizzare progetti 2025-2026 volti a sostenere la presenza paritaria delle donne nella vita economica del territorio, favorire l’accesso al lavoro, i percorsi di carriera e la promozione di progetti di welfare aziendale finalizzati al bilanciamento del tempo casa-lavoro.
È stato confermato lo stanziamento sul reddito di libertà e, per la prima volta, 396mila euro saranno destinati ai Comuni e alle Unioni di Comuni per realizzare nuovi centri antiviolenza o per potenziare quelli esistenti, creare nuovi sportelli, ampliare gli orari per il pubblico e migliorare l’accessibilità ai servizi. Inoltre, misura inedita anche questa, ulteriori 321mila euro saranno ripartiti, sempre nei Comuni sedi di Centri antiviolenza, per attivare azioni di prevenzione primaria alla violenza di genere rivolte alle giovani generazioni in ambito, educativo, scolastico, culturale, sportivo e aggregativo, in collaborazione con i centri antiviolenza stessi.

Legalità e sicurezza

La tutela della legalità è parte integrante del lavoro della Regione per rafforzare coesione e giustizia sociale. Nel 2025 sono stati finanziati 39 progetti per il riutilizzo a fini collettivi dei beni confiscati alla criminalità organizzata, con oltre 1,7 milioni di euro tra contributi regionali e interventi dedicati a restituire abitazioni, immobili e terreni alle comunità locali. Dalle case provenienti dall’inchiesta Aemilia trasformate in alloggi sociali agli spazi rigenerati per attività culturali, educative e associative, il riuso dei beni sottratti alle mafie è divenuto uno strumento concreto per generare opportunità, rafforzare la partecipazione e sostenere i Comuni nel presidio del territorio.

Sempre nel 2025 la Regione ha sostenuto il recupero e il riutilizzo di 17 immobili confiscati, un risultato senza precedenti per numero di beni restituiti in un solo anno, destinati in primo luogo a funzioni abitative per persone e famiglie in condizioni di fragilità, oltre che a servizi socio-educativi e a progetti di legalità e partecipazione. Il riuso dei beni sottratti alla criminalità organizzata si conferma così uno strumento concreto di rigenerazione sociale e territoriale.

 A questo impegno si affianca il rafforzamento dei presìdi istituzionali della giustizia: attraverso il Patto per la Giustizia, la Regione ha donato 150 dispositivi informatici funzionanti a procure e tribunali dell’Emilia-Romagna, riutilizzando dotazioni regionali non più in uso, per sostenere l’efficienza e la digitalizzazione degli uffici giudiziari.

Sul fronte della sicurezza urbana, poi, i 18 accordi di programma siglati con i Comuni, e un investimento di oltre 2 milioni di euro, sostengono progetti di riqualificazione e cura degli spazi pubblici, per città più vivibili e inclusive.

Cultura

Un capitolo importante ha riguardato la Cultura, considerata elemento strutturale della qualità della vita delle comunità. È stato istituito il Forum permanente delle assessore e degli assessori di tutti i 330 Comuni dell’Emilia-Romagna con un primo obiettivo: la legge quadro regionale per la Cultura. La Regione ha sostenuto lo spettacolo dal vivo con risorse pari a 30 milioni di euro nel triennio sulla legge 13; i live club – prima Regione in Italia a finanziarli – con un bando indirizzato agli iscritti nell’Elenco regionale dei locali di musica dal vivo; il patrimonio culturale con 1,7 milioni di euro per 72 progetti da realizzare in tutta la regione. Sono state incrementate le risorse sulla legge regionale per la Memoria del Novecento per realizzare eventi e interventi in occasione dell’Ottantesimo Anniversario della Liberazione. Con oltre 1 milione di euro sono stati incrementati gli interventi di riqualificazione dei teatri e luoghi a destinazione culturale, arrivando a finanziare 15 progetti di ristrutturazione, restauro e adeguamento tecnologico di importanti sedi di spettacolo dell’Emilia-Romagna.  E hanno superato i 300mila euro i contributi destinati a sostenere i progetti di spettacolo dal vivo – 17 progetti, 14 di teatro, due di musica e uno di danza – più colpiti dai tagli ministeriali.

Raddoppiate le risorse sul Bando Pace, quasi 400mila euro per finanziare 33 progetti con l’obiettivo di promuovere la cultura della pace e dei diritti umani e l’educazione alla cittadinanza in Emilia-Romagna.

Significativo l’impegno della Regione anche sul cinema e l’audiovisivo, con una presenza costante di set attivi in Emilia-Romagna e di opere sostenute nei principali festival internazionali. Sono quasi 64 le opere sostenute con contributi per oltre 3,5 milioni di euro, con un aumento di 600mila euro sull’apposito fondo regionale. E poi 42 festival e rassegne, finanziati con oltre 1 milione di euro. Altri 600mila sono stati destinati alla promozione della cultura cinematografica, tra cui i sostegni alle sale cinematografiche.

Nel 2025 hanno visto la luce due opere che raccontano l’identità culturale dell’Emilia-Romagna e la sua capacità di unire memoria, sport e creatività: il documentario “Viva Tondelli”, prodotto dalla Regione per il settantesimo anniversario della nascita di Pier Vittorio Tondelli e realizzato in collaborazione con Der – Documentaristi Emilia-Romagna, il Centro Tondelli e il Comune di Correggio; e “Il nostro amico Ayrton”, presentato alla 82^ Mostra del Cinema di Venezia, che ripercorre il legame profondo tra Ayrton Senna, l’autodromo di Imola e la tradizione motoristica della regione.

Ambiente e aree protette

Il 2024 è stato anche l’anno in cui per la prima volta l’Emilia-Romagna si è posizionata al vertice della classifica italiana per la raccolta differenziata, toccando quota 79% a livello regionale con un incremento del +1,8% rispetto al 2023, come certificato dal Rapporto rifiuti urbani 2025, redatto dall’Ispra e pubblicato pochi giorni fa. I dati di quest’anno che si sta per concludere ci dicono che nel 2025 riusciremo a raggiungere l’obiettivo dell’80%.

Accanto agli interventi per la sicurezza del territorio, la Regione ha proseguito nella tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, con azioni dedicate alla biodiversità, agli ecosistemi e alle aree protette. Tra queste, l’acquisizione pubblica dell’Oasi Ortazzo-Ortazzino nel Parco del Delta del Po – realizzata grazie alla collaborazione con Comune di Ravenna ed Ente Parco –, il programma di manutenzione e salvaguardia degli Alberi monumentali, sostenuto da oltre 865mila euro di investimenti e il sostegno ai tre Centri di recupero delle tartarughe marine lungo la costa emiliano-romagnola. Interventi che rafforzano il ruolo dell’Emilia-Romagna come territorio impegnato nella conservazione del proprio capitale naturale e nella gestione sostenibile delle aree più delicate.

“Questo primo anno ha posto le basi di un lavoro che guarda lontano- conclude il presidente de Pascale-. Abbiamo scelto di intervenire lì dove le persone vivono, studiano, lavorano: nelle scuole, negli ospedali, nei servizi di prossimità, nei territori che chiedono più sicurezza, nei luoghi della produzione e dell’innovazione. Il Patto per l’Emilia-Romagna ci guida in una direzione chiara: qualità dello sviluppo, tutela dell’occupazione, sanità pubblica più forte, comunità più protette di fronte alla crisi climatica. La sfida dei prossimi anni sarà trasformare questi investimenti in nuove opportunità per tutte e tutti, riducendo le disuguaglianze, valorizzando i giovani e accompagnando i territori nelle transizioni che abbiamo davanti. Con responsabilità e con la convinzione che un’Emilia-Romagna più giusta, sostenibile e inclusiva è, non solo possibile, ma necessaria”.

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