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‘Matinée in villa’: Domenica 8 giugno, storia e segreti del Parco Vistarino di Villa Giacobazzi

Parco-VistarinoLa scoperta della storia, delle caratteristiche e dei manufatti idraulici di uno dei luoghi verdi più amati della città. Sarà questo il filo conduttore del nuovo appuntamento con i Matinée in villa Giacobazzi, curati dallo storico dell’arte Luca Silingardi ogni seconda domenica del mese, alla scoperta di Villa Giacobazzi. L’appuntamento è alle ore 10,30, è gratuito, e non necessita di prenotazione.

La storia del parco

Con i suoi 80.000 mq, il Parco Vistarino è per dimensioni il secondo parco storico sassolese, inferiore solo al Parco ducale, al quale è collegato grazie a un “corridoio verde” che prende avvio da piazzale Porrino.

La vasta area verde, risparmiata dalla dilagante espansione urbanistica del secondo dopoguerra, è intimamente legata alla storia di Villa Giacobazzi. Grazie all’aggregazione di altre possessioni vicine, infatti, questo spazio costituiva il parco-campagna di quella “casa da padrone” ubicata “fuori dalla porta dei Cappuccini”, appartenuta all’avvocato Giovanni Andrea Moreali, poi a suo genero, il capitano Antonio Pavarelli, che nel 1724 fu acquistata e ristrutturata dal nobile modenese Domenico Maria Giacobazzi, destinato a diventare Governatore di Sassuolo sotto il duca Francesco III d’Este. A quest’epoca l’accesso principale alla proprietà era quello sull’attuale piazzale Porrino, dunque presso la via Montanara, contrassegnato da un grandioso portale settecentesco e dal ponte sul canale di Modena.

Fu l’apertura della nuova strada Circondariale, nel 1786, a spingere il figlio di Domenico Maria, il conte Onorio Giacobazzi, che nel 1777 aveva appunto raggiunto il titolo comitale, a scegliere di utilizzare come nuovo ingresso principale quello rivolto a oriente, compreso tra le ali sporgenti verso il giardino, inquadrandolo in un suggestivo viale di pioppi cipressini che darà alla dimora il nome di “Villa dei Pioppi”.
Manufatti idrici destinati ad aumentare la produttività della tenuta, prati, frutteti e vigneti, coltivati secondo la consueta tipologia della “piantata”, con le viti “maritate” agli olmi, costituivano i tratti salienti della cornice campestre in cui sfumava il giardino ubicato nelle immediate vicinanze della villa, rimasto praticamente immutato fino agli anni Trenta del Novecento.

La sostituzione delle coltivazioni precedenti con la cerealicoltura e alcune lottizzazioni sul lato nord della tenuta, avvenute appunto tra le due guerre, iniziarono a minare l’integrità dell’area, minacciata anche dal piano regolatore proposto dall’ingegner Dante Colli, che prevedeva il prolungamento dell’asse di viale XX Settembre e il conseguente dimezzamento del viale di pioppi. Progetto bloccato dalla scoppio del secondo conflitto mondiale e definitivamente accantonato grazie all’attivismo della contessa Rosanna Giorgi di Vistarino, figlia della contessa Leontine Giacobazzi e moglie del conte Ambrogio Caccia Dominioni, che nel 1956 ottenne dall’allora Ministero della Pubblica Istruzione, in virtù della legge n. 1089 del 1939, la notifica del bene “Villa Giacobazzi con l’annesso parco”. Di qui la scelta dell’Amministrazione comunale di chiamare il parco “Vistarino”, riconoscendo il merito di aver tutelato un così importante bene per la città a questa coraggiosa donna, che col marito visse stabilmente nella villa gli ultimi anni della sua vita, fino alla fine degli anni Ottanta.

La concessione di parte del parco (17.000 mq) al fine di destinarlo a verde pubblico, negli anni Settanta del Novecento, comportò numerose alterazioni all’assetto storico, col tombamento dei canali irrigui e di parte della fossa Coccapani o di Fiorano; interventi che oggi appaiono discutibili, per via differente organizzazione degli spazi, maggiormente percepibile dopo la definitiva acquisizione da parte del Comune di Sassuolo e l’apertura al pubblico dell’intera proprietà, all’inizio degli anni Novanta.

 

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