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Recente scoperta da parte di ricercatori dell’Università, degli studi di Modena e Reggio Emilia e dell’Università “La Sapienza” di Roma

depol3Da una collaborazione tra ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia del Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con Interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina Rigenerativa (Chi.Mo.M.O.) e un gruppo di ricercatori dell’Università “La Sapienza” di Roma, nasce la scoperta della capacità di controllo dei meccanismi di difesa del corpo umano e delle proprietà rigenerative delle cellule staminali isolate dall’albero biliare.

Protagonisti di questo interessante e promettente studio sono stati un gruppo di giovani ricercatori dell’UNIMORE coordinati dal prof. Anto de Pol, Direttore del Dipartimento Chi.Mo.M.O, di cui facevano parte il dott. Massimo Riccio, il dott. Gianluca Carnevale, la dott.ssa Alessandra Pisciotta, e del gruppo coordinato dal prof. Andrea Cossarizza, titolare della cattedra di Patologia Generale e Immunologia, che comprende la dott.ssa Lara Gibellini e la dott.ssa Sara De Biasi, che si sono avvalsi della collaborazione scientifica dei colleghi dell’Università “La Sapienza” di Roma, dott. Vincenzo Cardinale e dott. Guido Carpino, coordinati dai professori Domenico Alvaro ed Eugenio Gaudio, pionieri nella scoperta, isolamento e caratterizzazione delle cellule staminali derivate dall’albero biliare.

Gli studi dei ricercatori del Dipartimento ChiMoMO dell’UNIMORE hanno consentito di dimostrare come le cellule staminali, isolate dall’Albero Biliare, siano in grado di controllare i meccanismi di difesa attraverso l’attivazione di processi che conducano a un particolare tipo di morte cellulare quelle cellule, che sono anche responsabili del rigetto dei trapianti  (Linfociti T).  Questa scoperta ha il pregio di offrire un’alternativa agli approcci convenzionali di terapia cellulare che prevedono l’uso di epatociti maturi per il trattamento clinico delle patologie epatiche, generalmente associato alla somministrazione di farmaci immunosoppressivi.

Per questo – come spiegano i giovani ricercatori che hanno condotto lo studio – la recente proposta di utilizzare le cellule staminali dell’albero biliare per approcci clinici di terapia cellulare costituisce un importante traguardo negli approcci clinici per ridurre l’uso di agenti immunosoppressivi che aggravano il quadro clinico, già compromesso del paziente”.

Inoltre, – afferma il prof Anto de Polquesto aspetto rappresenta un punto chiave sia per comprendere molti dei meccanismi implicati nella fisiopatologia epatica sia nelle procedure di trapianto allogenico di cellule staminali nel campo della medicina rigenerativa. Tutto ciò potrebbe aprire le porte ad ulteriori studi clinici condotti in pazienti con gravi patologie epatiche in attesa di trapianto: il trattamento con cellule staminali potrebbe permettere loro un notevole allungamento della aspettative di sopravvivenza”.

La ricerca, finanziata in larga parte dal MIUR, secondo accordi di programma FIRB che ha richiesto quasi tre anni di studio, è stata recentemente pubblicata sulla principale rivista scientifica del settore “Journal of Hepatology”.

Il prof Anto de Pol e il suo team di ricercatori si occupano già da diversi anni dello studio delle cellule staminali adulte nel campo della medicina rigenerativa e della comprensione dei principali meccanismi molecolari alla base dei processi rigenerativi stessi.

Curriculum Vitae

Anto de Pol è nato a Sacile (Udine) nel febbraio del 1946. La sua carriera accademica lo ha visto nel 1984 Visiting Professor presso il Dipartimento di Anatomia dell’Università di Cambridge, U.K.. Dal 1985 al 2000 è stato professore associato di Istologia all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, poi Presidente del corso di laurea in Scienze infermieristiche, Vice-direttore del Dipartimento di Anatomia ed Istologia, Direttore del Centro Interdisciplinare di Proteomica (CIPRO). Dal 2005 al 2008 è stato pro- rettore presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Attualmente è professore ordinario di Istologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo modenese reggiano e direttore del Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con Interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina Rigenerativa (Chi.Mo.M.O.). E’ autore di lavori su riviste internazionali con alto IF incentrati sullo studio della dinamica della popolazione germinale dell’ovaio e sull’ultrastruttura dei cromosomi umani. La sua attività scientifica è ora rivolta allo studio dell’organizzazione strutturale e molecolare di oociti umani; dell’apoptosi; del signalling nucleare mediato da 3P-inositide/Akt. Di recente si è focalizzato sullo studio di cellule staminali umane. E’ stato invitato a partecipare come relatore a numerosi convegni internazionali.

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