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Entro il 2023 a Modena ci potranno essere fino a 200 mila alberi in più

Entro il 2023 a Modena ci potranno essere fino a 200 mila alberi in più. L’Amministrazione comunale intende, infatti, mettere a dimora un cospicuo numero di piante nell’ambito del progetto di creazione di una rete ecologica assunto dal Piano urbanistico generale (Pug) in corso di redazione, che prevede in particolare la realizzazione di quattro nuovi boschi con la piantumazione di 1 milione di piante nei prossimi 30 anni.

A tal fine, il Comune ha inviato una richiesta alla Regione per partecipare al piano “Quattro milioni e mezzo di nuovi alberi, il corridoio verde dell’Emilia Romagna” con i progetti in corso nel territorio comunale. L’iniziativa della Regione mira a piantare quattro milioni e mezzo di alberi in più in aree pubbliche e private nei prossimi cinque anni, uno per ciascun abitante, con l’obiettivo di aumentare del 20 per cento il verde nelle città a fine 2024 e di far diventare l’Emilia Romagna il ‘corridoio verde’ d’Italia.

Il Comune di Modena, in particolare, intende mettere a dimora le 200 mila piante in due fasi: nel periodo 2020-2021 in aree di proprietà comunale individuate per la forestazione urbana e per progetti di riqualificazione dei parchi e delle aree verdi di quartiere; nel 2021-2023 in ulteriori zone non ancora individuate puntualmente in cui implementare e sviluppare progetti della rete ecologica comunale. Le aree sono state ipotizzate in contesti da potenziare o da valorizzare e in aree più critiche e fragili, come a ridosso di opere infrastrutturali. Non tutte sono aree di proprietà comunale e andranno fatti approfondimenti con la Regione per individuare soluzioni che consentano l’attuazione del progetto di forestazione.

Il Pug è attualmente in corso di definizione a cura del settore Urbanistica, guidato dall’assessora Anna Maria Vandelli, e vede quasi conclusa la fase di consultazione preliminare. Il Piano individua nel progetto di rete ecologica, intesa come un sistema integrato verde e blu, la principale politica per la rigenerazione dell’esistente, la conservazione della naturalità e il miglioramento della qualità urbana nel suo complesso. Attraverso azioni a favore della creazione di una rete ecologica, che vanno dalla conservazione dell’esistente con interventi mirati alla creazione di nuovi nodi di biodiversità e nuove connessioni, il Pug punta a sostenere e incrementare soluzioni per l’abbattimento delle emissioni, la tutela del paesaggio, incrementare l’attrattività del territorio e contribuire attivamente alla sfida del cambiamento climatico.
Tra le azioni progettuali in corso di approfondimento nel Pug, appunto, la creazione di quattro nuovi boschi su 700 ettari, arrivando al 2050 ad eliminare ogni anno 50 milioni di chilogrammi di Co2. Le aree individuate sono il Km verde, l’area di Navicello, l’area Fossalta e l’area scalo merci. Sono inoltre stati individuati due nodi complessi, nella zona di Marzaglia e alla Fossalta, dove già si rilevano elementi di valore del sistema modenese e per i quali è necessario pensare a un potenziamento e a una messa a sistema sfruttando come volano le aree strategiche di ex cava. Le linee del Pug tracciano anche tre connessioni ecologiche-fruitive che creano sinergia tra gli aspetti puramente ecologici e quelli paesaggistici e fruitivi. Si tratta del progetto Secchia-Panaro, Vaciglio-Panaro e San Damaso-San Donnino. La strategia per il sistema ecologico individua poi quattro criticità, cioè quattro connessioni mancanti, che risultano determinanti per la continuità della rete, soprattutto quella urbana e possono essere risolti con progetti specifici e puntuali. Si tratta dei nodi Marzaglia-Secchia, Cialdini, Mazzoni e Mulini Nuovi.

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