Natale Bassoli a 100 anni dalla nascita



Natale Bassoli nasce a Campagnola il 25 dicembre 1921 da una famiglia contadina. Ultimo di 11 figli di cui 4 sorelle morte in giovane età. Dopo aver concluso le scuole elementari lavora in campagna come “servitore” e poi a 16 anni viene assunto alla Landini di Fabbrico.

Nel 1941 viene chiamato al servizio militare durante il quale, nel periodo che trascorre a Torino, prende contatto con gli operai delle fabbriche e le donne che organizzano le proteste per il pane e gli scioperi contro la guerra, arricchendo l’esperienza vissuta alla Landini a contatto con gli anziani antifascisti.  Poco dopo l’8 settembre 1943 da Roma rientra a Reggio con un avventuroso viaggio in treno.

Arrivato a casa vive prevalentemente in clandestinità per evitare i bandi dei fascisti e dall’estate 1944 entra a far parte di una cellula partigiana della 77” Brigata SAP impegnato in azioni logistiche e di sabotaggio.

Da cattolico antifascista durante la resistenza si avvicina ed aderisce al PCI perché’ è “Il partito coerentemente antifascista”.

Dopo la liberazione riprende a lavorare alla Landini ove diviene presidente della Commissione Interna che lo porta ad essere licenziato assieme ad altri sindacalisti e politici. In quella fase contribuisce a costruire le cellule di fabbrica e la sezione comunale del Partito, si adopera per la nascita della Camera del Lavoro comunale, delle leghe di settore, della cooperativa di consumo e quella dei braccianti.

Nel 1951 viene eletto, nelle file del PCI, nel primo Consiglio Provinciale ove poi assume la carica di assessore. Vi rimarrà ben 24 anni. Dal 1960 al 1975 è assessore ai Lavori Pubblici. In tale carica viene confermato nel Comune di Reggio Emilia nei 5 anni successivi dapprima col sindaco Renzo Bonazzi e poi con Ugo Benassi.

In quegli anni diviene anche consigliere della società Autobrennero assumendo la carica di vicepresidente per 12 anni.

Natale Bassoli ha anche assunto vari incarichi politici nel PCI. Ricordava spesso l’importanza dell’esperienza fatta in fabbrica e nella vita partigiana “vere scuole di vita” che lo avevano spinto ad “avere i piedi ben piantati per terra”.

Gli veniva sempre riconosciuta, anche dagli avversari politici, competenza, capacità di ascolto, dialogo democratico e la coerenza con i suoi ideali, coniugata alla concretezza del suo operare anche nelle difficili responsabilità che assunse realizzando importanti opere di cui gode ancora oggi la nostra comunità.

(ANPI Reggio Emilia)