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In leggero calo il numero delle imprese in Emilia-Romagna

Sembra essere stato assorbito l’effetto impresso dalla pandemia e dalle conseguenti misure di sostegno alle aziende, sulla natalità e mortalità delle imprese. Come emerge dall’analisi dell’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna sui dati del Registro imprese delle Camere di commercio, nell’ultimo trimestre del 2022 si registra un lieve calo della base imprenditoriale regionale.

Le imprese attive.

Alla fine dello scorso anno, le imprese attive sono scese nuovamente sotto quota 400mila, per la precisione a 397.523 con una diminuzione pari a 3.157 unità (-0,8 per cento) rispetto al termine dell’anno precedente. Con l’avvio dell’estate si è quindi interrotta la fase positiva avviata con il primo trimestre 2021 e durata 18 mesi che ha testimoniato dell’efficacia delle misure introdotte a sostegno delle imprese.

L’andamento regionale dell’imprenditoria si è allineato a quello riferito a quello nazionale che nello stesso periodo ha fatto registrare una quasi analoga flessione delle imprese attive (-0,7 per cento).

 

I settori di attività economica.

Consideriamo in dettaglio le variazioni, la base imprenditoriale dell’agricoltura, silvicoltura e pesca si è ridotta di 941 unità (-1,7 per cento).

L’industria ha subito una contrazione delle imprese (-2,4 per cento), corrispondente, in valori assoluti a una riduzione di 817 unità. In controtendenza si evidenzia l’incremento deciso nella riparazione e manutenzione di macchine (+71 unità, +1,9 per cento), e quello minimo della farmaceutica.

Al contrario, i principali contributi negativi sono venuti dalle industrie della moda (-256 imprese, -4,2 per cento), in particolare, dal comparto delle confezioni (-179 unità, -4,2 per cento), del tessile e della pelletteria. Sensibile diminuzione anche nel comparto della fabbricazione di macchinari e apparecchiature (-190 unità, -1,9 per cento).

Per il settore della fabbricazione di prodotti in metallo il calo è stato di 154 imprese (-3,9 per cento), nell’industria alimentare il numero delle aziende si è ridotto di 106 unità (-2,3 per cento).

L’insieme del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli ha fatto registrare una riduzione delle imprese pari a 1.805 imprese, (-2,1 per cento).

La base imprenditoriale delle costruzioni, dopo la forte crescita grazie ai benefici delle misure di incentivazione governative, ha prolungato l’andamento positivo, seppur in rallentamento, (+230 unità, +0,3 per cento).

Per il complesso dei servizi, al netto del settore del commercio, si evidenzia un aumento (+394 imprese, +0,3 per cento). In calo il comparto dell’alloggio e ristorazione (-502 unità, -1,7 per cento).

Il maggiore aumento è venuto dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+431 unità, +2,5 per cento), soprattutto direzione aziendale e di consulenza gestionale (+260 unità, +4,6 per cento), le finanziarie e assicurative (+181 unità, +1,9 per cento).

Bene l’immobiliare (277 unità, +1,0 per cento), avvantaggiato da bonus e superbonus, che hanno reso più attraente l’investimento nel “real estate” e i servizi di informazione e comunicazione (+90 imprese, +1,0 per cento), determinato dalle imprese attive nella produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (+72nità, +1,9 per cento) e nei servizi d’informazione e altri servizi informatici (+54 unità, +1,6 per cento).

 

La forma giuridica.  

Alla fine del 2022, le società di capitale hanno raggiunto quota 100.976 con un notevole aumento nel decennio (+22.191 unità, +28,2 per cento), trainate dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, tanto da costituire la seconda tipologia di forma giuridica più diffusa, con una quota del 25,4 per cento e con un aumento eccezionale di 6,8 punti.

A fare da contraltare è l’andamento delle ditte individuali che costituiscono ancora la classe di natura giuridica più diffusa pari al 54,9 per cento delle imprese (218.380 unità), ma rispetto a dieci anni prima la loro consistenza si è ridotta di 30.357 unità (-12,2 per cento) tanto che la loro quota sul totale delle imprese è scesa di 3,7 punti.

 

 

 

 

 

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