Giornata Mondiale dell’igiene delle mani: 5-6 maggio spettacolo al Teatro delle Passioni e al Policlinico di Modena

Racconta la scoperta dell’importanza del lavaggio delle mani nella lotta alle infezioni correlate all’assistenza



In occasione della Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani, che riporta come slogan di quest’anno (2024) la necessità di condividere a più livelli le conoscenze sull’igiene delle mani per promuoverne l’applicazione costante, l’AOU di Modena in collaborazione con l’Associazione FULOP e con la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) organizza lo spettacolo AS IT WAS che racconta le ultime ore del dottor Ignác Fülöp Semmelweis (Buda, 1º luglio 1818 – Döbling, 13 agosto 1865), il medico ungherese che nel 1847 scoprì come l’alta incidenza di febbre puerperale poteva essere drasticamente ridotta mediante la disinfezione delle mani. L’appuntamento è domenica 5 maggio alle ore 18:00 al teatro delle Passioni di Modena (Via Antonio Peretti, 9, 41124 Modena MO) per tutti i cittadini e lunedì 6 maggio alle 13:00 nell’Aula Magna del Policlinico di Modena, per tutti gli operatori sanitari e per gli studenti Unimore. Entrambi gli spettacoli sono a ingresso libero.

L’Italia ha il record europeo di decessi correlati a infezioni ospedaliere e antibiotico-resistenza: 11mila morti l’anno. Le Infezioni Correlate all’Assistenza, provocate da germi resistenti agli antibiotici, secondo le ultime stime, sono la causa di 5 milioni di morti a livello globale. L’igiene delle mani salva milioni di vite ogni anno se eseguita nel momento giusto durante l’assistenza rappresenta la strategia prioritaria per bloccare la diffusione dei germi multiresistenti.

Mussini, Nicastro, Meschiari, Brancato

La sicurezza delle cure passa anche da gesti semplici, che però hanno il grande potere di salvare le vite – afferma il dottor Ottavio Nicastro, Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena – E l’importanza di pratiche come quella di una corretta igiene delle mani deve continuare ad essere evidenziata per diventare una consapevolezza collettiva di tutta la comunità. Come sappiamo, durante la pandemia è stata data ampia rilevanza al lavaggio accurato e frequente delle mani e dovremmo avere assimilato questa azione come elemento imprescindibile per la prevenzione delle infezioni. In tal senso occorre non dimenticare e continuare a compiere quanto deriva dagli insegnamenti appresi, alimentando la cultura della sicurezza e della qualità assistenziale. L’Azienda Ospedaliero -Universitaria realizza ormai da molti anni progetti per il miglioramento dell’adesione alla corretta igiene delle mani, nell’ambito dei programmi promossi dal Nucleo Operativo per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza. È davvero un grande lavoro di squadra, che vede l’impegno quotidiano di una pluralità di professionisti quali medici di direzione sanitaria, infettivologi e infermieri specialisti nel rischio infettivo. Ma di questa squadra devono far parte anche i cittadini; è importante infatti ricordare e sottolineare anche il ruolo del paziente, dei familiari e dei caregiver che sono da ritenere protagonisti del processo assistenziale; a volte bastano semplici precauzioni come appunto il corretto lavaggio delle mani per proteggere sé stessi e i propri cari. Tenere pulite le mani è fondamentale anche in ambiente extra-ospedaliero, ovvero nella vita quotidiana, per ridurre il rischio di infezioni causate da patogeni di vario tipo. È’ per questo che sono molto utili e davvero apprezzabili iniziative divulgative come quella che porta in scena la vita del Dottor Semmelweis, che per primo, attraverso l’osservazione delle pratiche assistenziali, si rese conto di quelli che potevano essere i fattori che determinavano l’infezione puerperale e dell’importanza della disinfezione delle mani. Purtroppo, nella sua epoca non fu creduto; ma anche grazie alle sue intuizioni e alla sua forza di volontà, l’igiene delle mani è diventata un programma globale che ha un ampio consenso. Se c’è da trarre quindi un ulteriore insegnamento dalla vicenda, per certi versi drammatica, di questo medico entusiasta e visionario è la tenacia e la perseveranza nel portare avanti, fino alla fine, le sue tesi; la stessa tenacia e perseveranza che è da mettere in campo ogni giorno da ciascuno per la tutela della salute pubblica.

I pazienti rappresentano una popolazione ad alto rischio di acquisire un’infezione ospedaliera a causa della loro condizione clinica – precisa la prof.ssa Cristina Mussini, Direttore delle Malattie Infettive dell’AOU di Modena, Vice-Presidente SIMIT e membro del Direttivo FULOP – Per impedire questa complicanza servono azioni coordinate volte a migliore l’uso inappropriato di antibiotici ma soprattutto implementare strategie di prevenzione delle stesse. Un ruolo centrale nella trasmissione delle infezioni è svolto proprio dalle mani del personale ospedaliero. È questa l’intuizione di Ignác Fülöp Semmelweis che oggi è diventata consolidata pratica clinica che, però, non va mai data per scontata. Per questo motivo abbiamo voluto portare a Modena, a beneficio dei cittadini, dei sanitari e di nostri studenti l’opera teatrale che racconta la sua vita, per ricordarci che le conquiste della scienza sono frutto di percorsi complessi e vanno difese”.

Partendo da questa consapevolezza, la Società italiana di malattie infettive e tropical (SIMIT) in collaborazione con l’Associazione culturale Fülop, hanno redatto il testo di una proposta di legge che a febbraio 2023 è stato presentato alla Camera dei Deputati. La legge si propone di chiedere alle istituzioni misure concrete per la prevenzione e la stesura di linee guida per abbattere il numero delle infezioni nosocomiali.

“L’associazione Fulop – commenta l’Avv. Raffaele Di Monda Presidente Associazione FULOP – è impegnata da anni per sensibilizzare il personale sanitario, i decisori politici e la cittadinanza sui fenomeni delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) e all’antibiotico-resistenza (AMR) per promuovere i comportamenti in grado di prevenirli e contrastarli. Con lo spettacolo ‘As It Was’, che racconta le ultime ore di vita di Fulop Semmelweis, abbiamo dato il via a una campagna di sensibilizzazione nazionale attraverso la quale intendiamo rivolgere un appello alle istituzioni e ai cittadini per modificare lo stato delle cose. A duecento anni dalla scoperta del medico ungherese sulla diffusione dei batteri in ambito ospedaliero, bisogna ancora suggerire l’igiene delle mani, una pratica banalissima che tuttavia può modificare gli scenari futuri. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito quella delle infezioni correlate all’assistenza la pandemia del futuro. Di fronte a questa emergenza abbiamo presentato una proposta di legge, la cui discussione in Parlamento è calendarizzata nel mese di giugno, per unificare su tutto il territorio nazionale le misure di dimostrata efficacia per la prevenzione, il controllo ed il contrasto delle ICA, semplificare e innovare i programmi di controllo e gestione dei dati, armonizzare a livello nazionale le strategie per la prevenzione e il controllo”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’Igiene delle mani come la strategia più efficace per contrastare le infezioni correlate all’assistenza – aggiunge la dottoressa Marianna Meschiari, Medico di Malattie Infettive e membro del Nucleo Operativo per il controllo del rischio infettivo e del Nucleo Operativo per il buon uso degli antibiotici AOU di Modena – L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena è attiva sin dal 2013 con progetti di promozione e miglioramento dell’adesione alla corretta igiene delle mani che hanno coinvolto progressivamente tutti i reparti dei due ospedali attraverso l’implementazione del metodo multimodale promosso dall’OMS, che comporta formazione del personale sanitario, tramite strumenti dimostrativi, come gel fluorescente, monitoraggio delle pratiche di igiene delle mani con feedback diretto all’osservato, analisi delle criticità e implementazione di soluzioni organizzative e strutturali e creazione di una cultura della sicurezza attraverso il coinvolgimento si tutti gli operator. La realizzazione di equipe multiprofessionali che condividono strumenti operativi ha permesso di ottenere risultati eccellenti nella nostra AOU che si distingue per tassi estremamente bassi di resistenza agli antibiotici, significativamente inferiori alla media nazionale. Per questo Modena coordina il progetto italiano promosso dalla SIMIT (progetto INSIEME) che si propone di aiutare gli altri ospedali italiani a promuovere azioni efficaci di controllo delle infezioni, prima fra tutte proprio diffondere la cultura della buona pratica di igiene delle mani. A settembre 2024 saranno inoltre aperte le iscrizioni per partecipare al Master di I livello promosso da UNIMORE rivolto a Medici, Infermieri e Ostetriche sul controllo delle infezioni correlate all’assistenza. La condivisione delle conoscenze sull’igiene delle mani e le pratiche di prevenzione e controllo è l’arma più efficace per contrastare questo importante fenomeno che vede il nostro Paese al primo posto per decessi correlati ai germi multi resistenti, questa sfida rappresenta una priorità globale per la salute pubblica.”

“Nel 2024 è stata rivista la modalità progettuale di promozione dell’igiene delle mani ed è stato avviato il progetto “PreveniaMO le ICA – ha aggiunto la dottoressa Sara Scanavini, Medico di Direzione Sanitaria e Responsabile Servizio Igiene Ospedaliera AOU – che si pone l’obiettivo di tenere alta l’attenzione e affrontare tutti gli aspetti che riguardano la prevenzione e il controllo del rischio infettivo in tutti i reparti dell’ospedale (igiene delle mani, gestione degli isolamenti, utilizzo dei guanti, utilizzo di disinfettanti e antisettici, adesione ai protocolli di screening, rafforzamento della connessione con la rete dei referenti del rischio infettivo, ecc.) attraverso la presenza quotidiana di una ISRI (infermiera specialista nel rischio infettivo) in corsia. Inoltre, nelle Terapie Intensive adulti e neonatali sono attivi progetti “Champions” che prevedono la formazione di facilitatori interni specializzati per la verifica continua delle pratiche corrette di prevenzione e controllo delle infezioni nello svolgimento delle attività assistenziali, in stretta sinergia con il Servizio di Igiene Ospedaliera”.

Oltre ai progetti specifici, il monitoraggio dell’adesione alla corretta pratica dell’igiene delle mani è attivo in modo costante presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena mediante osservazioni sul campo da parte delle ISRI che interessano trasversalmente i vari reparti, tramite l’ausilio anche di tecnologie informatiche avanzate (webApp Mapper RER). Complessivamente solo nel 2023 sono state condotte 4400 osservazioni dirette sul campo. Nel 2024, le osservazioni finora condotte ammontano complessivamente ad oltre 2900 con un’adesione del 79%. Grazie a queste strategie continuative il tasso di adesione all’igiene delle mani è passato dal 44% preformazione al 75% post-formazione, con un miglioramento netto di + 31% (standard minimo richiesti 70% per avere un effetto significativo sulla riduzione delle infezioni).

Anche il consumo complessivo di gel alcolico, indicatore indiretto di buone pratiche di igiene delle mani, nella nostra azienda viene monitorato in tempo reale per tutti i reparti le nel 2024 si attesta e si è attestato a 30 Litri per 1000 giornate di degenza ordinaria (superiore al target regionale ≥ 25 litri per 1000 giornate di degenza ordinaria).

La formazione ha un ruolo strategico nella prevenzione delle Infezioni correlate all’assistenza e in particolare nel migliorare l’adesione all’igiene delle maniGiuseppe Brancato, Coordinatore infermieristico Servizio Igiene Ospedaliere, “La nostra l’Azienda è quotidianamente impegnata  in attività di counseling e formazione rivolta non solo al personale sanitario ma anche ad altre figure che hanno contatti con i nostri pazienti (personale volontario, personale di ditte in appalto  che si occupano delle  pulizie degli ambienti , del trasporto degenti, distribuzione vitto, ecc.), medici in formazione specialistica, studenti delle professioni sanitarie, ecc. L’anno 2024 vede la nostra Azienda impegnata in un ulteriore sforzo organizzativo. Con un progetto all’interno del PNRR che prevede la partecipazione di tutti gli operatori sanitari (circa 2.500 operatori) in un percorso formativo che ha come obiettivo la prevenzione e il controllo del rischio infettivo”

Il Teatro al Servizio della Salute – ‘ As It Was’ – Le Ultime Ore di Fulop Semmelweis – Campagna di sensibilizzazione contro le infezioni ospedaliere

Come può un gesto semplice salvare tante vite ed essere tuttavia ancora così difficile da implementare? come far capire ai cittadini l’importanza di richiedere sicurezza per le loro cure e di avere a loro volta comportamenti virtuosi quando accedono alle cure sanitarie?

La fusione dell’arte con la scienza può diventare uno strumento potente e innovativo di divulgazione e informazione su questo importante tema.

La rappresentazione teatrale ‘As It Was’ – le ultime ore di vita del dottor Fulop Semmelweis’ scritta da Carolina Sellitto e portata in scena da Fabio Brescia e Adriano Fiorillo racconta la storia di Ignác Fülöp Semmelweis, medico ostetrico ungherese che per primo, nell’ ’800, intuì l’importanza di un gesto semplice come il lavaggio delle mani contro la proliferazione dei batteri in ambito ospedaliero, segnando la svolta e cambiando il volto della medicina. Il tour teatrale, partito con le due tappe di Napoli al teatro Sannazaro e nell’Aula Magna dell’Università Parthenope a Palazzo Pakanowski, rientra nell’ambito della campagna di prevenzione per l’antibiotico-resistenza e le infezioni ospedaliere promossa dall’associazione Fulop e proseguirà con due tappe a Modena, il 5 maggio al teatro delle Passioni e il 6 maggio presso l’AUO Policlinico di Modena, il 22 maggio a Pescara presso l’Auditorium Flaiano e il 12 giugno a Taranto presso il Teatro comunale Fusco.

 

La vita del dottor Ignác Fülöp Semmelweis (Buda, 1° luglio 1818 – Döbling, 13 agosto 1865).

Siamo nella Vienna di metà dell’Ottocento e l’Ospedale generale di Vienna è considerato una tra le strutture più all’avanguardia d’Europa. Nonostante il prestigio, il destino di una donna che si appresta a partorire sembra tuttavia dipendere più da un fato insondabile che dalla scienza: l’Ospedale conta infatti di due reparti di Ostetricia. Il primo è diretto dal dottor Johann Klein (1788–1856) ed è gestito prevalentemente da medici specializzandi. Il secondo, invece, è diretto dal dottor Franz Bartsch, assistito da monache e levatrici. Nel primo la percentuale di decessi da febbre puerperale rasenta il 10%; nel secondo crolla all’1%. Per anni nessuno comprese il motivo, fino a quando Ignác Fülöp Semmelweis, giovane medico ossessionato da questo fenomeno non ha la giusta intuizione. La morte di un caro amico e collega per una sepsi, sopraggiunta dopo essere stato inavvertitamente tagliato da uno studente con un bisturi nel corso di un’autopsia, lo porta all’intuizione: la malattia del suo amico e quella delle puerpere si manifesta con gli stessi sintomi. Dunque, la sorgente deve essere la stessa. Nel primo reparto, infatti, prestano servizio studenti di Medicina che, spesso, visitano le donne o le aiutano a partorire subito dopo aver terminato le autopsie. Nel secondo reparto, invece, lavorano ostetriche e monache, alle quali è proibito eseguire esami autoptici. La discriminate a lungo cercata era sotto gli occhi di tutti, ma solo Semmelweis è riuscita a vederla: identificata la fonte del contagio, il giovane dottore raccomanda a tutti i suoi colleghi di lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calcio dopo aver eseguito un’autopsia e prima di entrare nel reparto di Ostetricia. Il tasso dei decessi crolla, la sua intuizione si è dimostrata vera.  Nonostante le evidenze e i successi raggiunti, o forse proprio a causa di essi, i suoi colleghi innalzano un muro di ostilità, deridendolo e ostracizzandolo, sino a cacciarlo dall’ospedale. La sua scoperta e l’ostinazione con la quale Semmelweis continua a proporre il lavaggio delle mani come buona pratica sanitaria e profilassi, continua però a nutrire l’ostilità dei suoi colleghi di Vienna. La pressione esercitata dall’ambito medico e scientifico fa vacillare la sua mente e Semmelweis accusa i primi segni di cedimento psicologico. Verrà internato in un manicomio di Döbling per psicosi endogena, dove morirà a 47 anni, per un’infezione da ferita. Alcune fonti sostengono che sia stato egli stesso a procurarsi il taglio che lo condurrà alla morte, ferendosi con un bisturi infetto.

Se anni dopo, Louis Pasteur e Joseph Lister dimostreranno la veridicità delle sue intuizioni e l’esistenza delle “Particelle cadaveriche”, solo dopo la sua morte, Semmelweis verrà riconosciuto come il medico che, nell’era pre-batteriologica, ha creato le basi per combattere con successo le malattie infettive.

Dopo aver subito l’umiliazione e la scomunica da parte del mondo scientifico e medico, alcuni studi di Semmelweiss sono stati inseriti nel 2013 dall’UNESCO nel registro della Memoria del Mondo. L’Università di Budapest porta oggi il suo nome.