
Andrea Samaritani
«È un segnale positivo vedere che il numero di occupati è in aumento, seppur lieve. Non è il momento, però, per parlare di una vera e propria ripresa, anche alla luce di situazioni geopolitiche instabili che rendono incerti gli scenari futuri». È il commento di Lapam Confartigianato su un’indagine dell’ufficio studi associativo che ha analizzato un campione di oltre 3.000 imprese.
Nei primi sei mesi del 2024 e del 2025 l’associazione ha elaborato in media 30.697 cedolini al mese per le imprese del campione. Durante il primo semestre 2024, è cresciuto in maniera pressoché costante il numero di cedolini elaborati, e dunque di lavoratori occupati nelle imprese del campione, fino a sfiorare quota 31.000 a giugno 2024. Nei primi mesi di questo 2025 si è assistito a un numero di cedolini emessi superiori a quelli dei rispettivi mesi del 2024, arrivando a quasi 32 mila unità in corrispondenza del mese di giugno 2025. La dinamica mensile del numero di lavoratori conferma che l’anno in corso era iniziato a gennaio con un valore superiore dell’1% rispetto allo stesso mese del 2024. Anche nei mesi successivi, il numero di cedolini emessi nel 2025 continua a superare i livelli dell’anno precedente: una differenza che va perlopiù aumentando nel corso del semestre, fino al +2,8% rispetto ai numeri di giugno 2024. Complessivamente il numero di cedolini emessi nel primo semestre 2025 è aumentato del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Per quanto concerne le ore lavorate, il 2025 inizia a gennaio con un numero di ore lavorate in linea con i valori del 2024. Complessivamente il primo semestre 2025 supera dello 0,5% le ore lavorate nel corso dei primi sei mesi del 2024, risultando sostanzialmente in linea con i valori dell’anno precedente. Degli otto settori di attività maggiormente rappresentati nel campione (con oltre 100 imprese), la metà vedono tra gennaio e giugno 2025 un incremento di ore lavorate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Spicca in particolare la crescita del settore delle costruzioni che rappresentano il 10,2% delle ore lavorate nei primi sei mesi del 2025. In aumento anche le ore lavorate dell’alloggio e ristorazione (5% del monte ore totale) con un +3%, tra cui le attività dei servizi di ristorazione crescono del +2,7% sul primo semestre 2024. Segnano un lieve calo le altre attività di servizi: di queste, i servizi alla persona registrano un più marcato -2,6% rispetto alle ore lavorate nella prima metà del 2024.
Il comparto che incide maggiormente sul monte ore lavorate è quello manifatturiero (costituisce quasi la metà del monte ore) e nel primo semestre 2025 vede un -2,4% rispetto al primo semestre 2024. Nel dettaglio, segnano il calo più marcato le imprese della fabbricazione di prodotti in metallo (-6,3%), mentre le imprese che producono prodotti alimentari mostrano sostanzialmente una tenuta del numero di ore lavorate (-0,3%). Il comparto moda nel suo complesso osserva un +1,3% delle ore lavorate.
Durante il primo semestre 2025 nelle micro imprese con meno di 5 dipendenti (il 55,9% delle imprese del campione) le ore lavorate diminuiscono del 4,1% rispetto allo stesso periodo 2024. Le ore lavorate nelle micro imprese con 5-9 dipendenti (21,4% delle imprese del campione) rimangono stazionarie, mentre le piccole imprese con 10-19 dipendenti (13,1% delle imprese del campione) vedono un calo delle ore lavorate dello 0,9% nel primo semestre 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le medie e grandi imprese con 50 dipendenti o più (il 2,6% del campione), hanno visto aumentare del 2,8% le ore lavorate rispetto al primo semestre 2024, trainate principalmente dalle grandi imprese con oltre 250 dipendenti.
«I dati elaborati nel primo semestre del 2025 – conclude l’associazione – ci consegnano un quadro nel complesso positivo per l’occupazione nelle imprese del nostro territorio. Allo stesso tempo, l’andamento delle ore lavorate ci invita alla prudenza: il calo registrato tra le micro imprese sotto i cinque dipendenti, che restano la spina dorsale del nostro tessuto produttivo, deve richiamare l’attenzione delle istituzioni e del sistema associativo. È fondamentale sostenerle con strumenti più efficaci per la transizione tecnologica, l’accesso al credito e la semplificazione burocratica. L’analisi del nostro ufficio studi ci ricorda quanto sia urgente creare le condizioni per una crescita più diffusa e sostenibile, che coinvolga tutte le dimensioni d’impresa e tutti i territori».

