Indagine Gdf lavorazione carni, Fai Cisl: “Le aziende committenti siano più attente”



«La frode scoperta dalla Guardia di finanza è grave da tutti i punti di vista, perché colpisce lavoratori stranieri sfruttati da altri stranieri, danneggia l’intero comparto della lavorazione carni e impoverisce la comunità locale per via dell’evasione fiscale».

Lo afferma il segretario generale della Fai Cisl Emilia Centrale Daniele Donnarumma commentando l’indagine sulle varie ipotesi di reato, tra cui l’intermediazione di manodopera non autorizzata, che ha portato al sequestro preventivo di oltre 4 milioni di euro.

«Ringraziamo la magistratura e le forze dell’ordine per aver scoperto l’ennesimo caso di sfruttamento di manodopera nel settore agroalimentare – dichiara Donnarumma –

Sono anni che ci battiamo per il rispetto della regolarità del lavoro nella lavorazione carni, un comparto nel quale la concorrenza spesso si gioca sul filo dei centesimi di euro.

Questo, però, non giustifica scorciatoie e azioni illegali come quelle ipotizzate nell’indagine.

Dispiace, anche se non sorprende del tutto – continua il sindacalista della Fai Cisl – il coinvolgimento di aziende che si sono avvalse dei lavoratori forniti da chi non aveva titolo né autorizzazione per farlo. I committenti sono colpevoli perlomeno di omesso controllo e non possono certo giustificarsi dicendo che “non sapevano”.

Quando ti offrono manodopera a costi più bassi del solito – sottolinea Donnarumma – deve suonare un campanello d’allarme, altrimenti si rischia di diventare complici dello sfruttamento.

Chiediamo un impegno maggiore anche alle associazioni imprenditoriali del settore, senza il quale – conclude Daniele Donnarumma, segretario generale Fai Cisl Emilia Centrale – è più difficile garantire una gestione regolare del mercato del lavoro e una sana concorrenza tra le imprese di un settore che nella nostra provincia conta 180 aziende e oltre 5 mila addetti».