Analisi Lapam: a Reggio Emilia 99% di imprese attive nel 2023 sono micro e piccole

Più della metà di addetti opera in MPI. Luppi: "Le nostre imprese fondamentali per il tessuto economico e sociale del territorio"



«La nostra economia ha mostrato un alto grado di resilienza rispetto alle recenti crisi, quella pandemica prima e quella energetica poi. Sostenere le micro e piccole imprese del territorio, che nel 2023 erano il 99,1% del totale complessivo delle imprese attive, è fondamentale perché tali attività rappresentano un asset strategico per lo sviluppo dell’intera collettività».

Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, rimarca l’importanza del ruolo che esercitano le micro, piccole e medie imprese all’interno del tessuto produttivo di Reggio Emilia, alla luce di un’analisi compiuta dall’ufficio studi Lapam Confartigianato. Come emerge dall’indagine, al 31 dicembre 2023 erano 53.925 le imprese attive in provincia di Reggio Emilia e il 99,1% di queste sono micro e piccole imprese con meno di 50 addetti. Oltre la metà degli addetti (il 52,1%) lavora in MPI. Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia regionale per il lavoro, in provincia di Reggio Emilia si osserva un rallentamento della crescita del mercato del lavoro nel secondo e nel terzo trimestre 2023. Alla crescita di 3.287 posizioni dipendenti rilevata in provincia negli ultimi 12 mesi a disposizione (ottobre 2022 – settembre 2023) ha contribuito principalmente l’industria in senso stretto, responsabile da sola del 45,1% delle posizioni dipendenti create nell’economia provinciale. Crescono di 4.741 unità le posizioni a tempo indeterminato, mentre il lavoro intermittente vede una crescita di 407 posizioni (dovuta interamente alla dinamica positiva del settore turistico). Le micro e piccole imprese sono protagoniste della ripresa del mercato del lavoro: le MPI infatti determinano a Reggio il 54,6% delle entrate previste per il primo trimestre gennaio-marzo 2024. In provincia di Reggio il 32,4% dei lavoratori è occupato nel settore Manifatturiero (19^ provincia in Italia), valore superiore sia alla media regionale (27,7%) che nazionale (21,3%). In particolare si contano oltre 31 mila lavoratori nelle micro e piccole imprese manifatturiere con meno di 50 addetti.

L’Italia è al 1° posto nell’Unione europea per export diretto delle micro e piccole imprese manifatturiere. Le esportazioni nei settori di micro e piccola impresa alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture nei primi nove mesi del 2023 ammontano a 2,9 miliardi di euro in provincia di Reggio Emilia, e nei primi nove mesi del 2023 segnano un aumento tendenziale del 7,4%, un ritmo triplo rispetto al +2,2% del totale export reggiano. A dicembre 2023 l’indice dei prezzi al consumo in provincia di Reggio Emilia vede per il secondo mese consecutivo un calo, pari al -0,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, in controtendenza rispetto al +0,6% registrato a livello nazionale. Va tuttavia ricordato che a dicembre 2022 l’indice dei prezzi era già aumentato notevolmente rispetto allo stesso periodo del 2021 con un +11%. A settembre 2023 in provincia di Reggio Emilia le imprese dell’artigianato digitale segnano un calo -1,3%, meno marcato rispetto al -3,4% dell’artigianato complessivo.

Il caro-tassi è più marcato per le piccole imprese: a giugno 2023 il costo del credito bancario per le MPI emiliano-romagnole sale di 246 punti base rispetto a giugno 2022, pari ad un tasso dell’8% (è il 5,47% per il totale imprese). Questo ha un impatto sui bilanci delle MPI reggiane pari a 90 milioni di euro di maggiori oneri finanziari determinati dalla stretta monetaria, portando a un calo della domanda di credito da parte delle imprese, con conseguente diminuzione degli investimenti e un irrigidimento da parte degli istituti finanziari, che si traduce in un -5,2% dei prestiti alle imprese in provincia di Reggio Emilia. Secondo l’indicatore di pressione burocratica sulle imprese elaborato da Confartigianato, l’Italia si colloca al 3° posto tra i 27 paesi Ue, dietro a Romania e Grecia e davanti alla Francia: l’impatto della burocrazia sugli investimenti delle imprese pesa lo 0,82% del PIL all’anno di mancata crescita, nel 2023 pari a 16.815 milioni di euro.

«Questi dati offrono una panoramica concreta e completa del quadro economico e sociale del territorio – conclude il Segretario Generale Lapam Confartigianato Carlo Alberto Rossi –. È importante che le istituzioni politiche si rendano conto di quanto le micro e piccole imprese siano il motore vero del Paese. Bisogna dunque sostenerle e aiutarle nello sviluppo e nella crescita, da un lato riducendo burocrazia e tassazione, dall’altro con contributi e finanziamenti mirati: solo così, come intero sistema imprenditoriale nazionale, possiamo rimanere competitivi e al vertice per quanto riguarda l’export verso il resto dell’Europa. Il Made in Italy tanto rinomato è frutto del sapere degli artigiani, che mettono passione e orgoglio nella quotidianità della loro attività e riescono così a realizzare prodotti di eccellenza unica».