Ex Scalo Ravone, il Comune di Bologna entra in possesso dell’area

Dieci ettari di verde, cultura e sport e abitare sociale: il Distretto del Ravone



Un nuovo passo significativo verso la realizzazione della Città della Conoscenza. Il 27 e 28 marzo il Comune di Bologna è formalmente entrato in possesso dell’area dell’Ex Scalo Ravone, dopo la pronuncia positiva del Tar sull’esproprio, per attuare l’intervento previsto dai Piani Urbani Integrati.

Il progetto

L’area, già dal 2019 aperta agli usi temporanei, sarà il centro del nuovo Distretto del Ravone. Attraverso la rigenerazione eco-sostenibile di una consistente parte dell’area, la conservazione e il progressivo recupero degli edifici industriali esistenti, il distretto sarà caratterizzato da edifici destinati ad usi pubblici e culturali, attività di servizio per nuove produzioni e abitazioni, per un investimento da 57 milioni di euro. In particolare, nel dare continuità alla vocazione già acquisita con gli usi temporanei, che ne hanno consentito un uso virtuoso per l’intera comunità nelle more dell’iter amministrativo di nuova destinazione dell’area, si darà seguito ai processi di inclusione e rigenerazione sociale del quartiere Ex Scalo-Malvasia, adiacente all’area e caratterizzato da alta tensione abitativa e carenza di servizi. L’obiettivo è di integrare l’area nel sistema territoriale e di promuovere politiche di innovazione, di promozione internazionale della città, di attrazione dei talenti e degli investimenti di qualità, favorendo contemporaneamente nuovi processi di inclusione sociale e rafforzando il tessuto democratico cittadino.

L’iter

Nel 2022 il Comune e la Città metropolitana di Bologna hanno siglato un Protocollo di Intesa con le società del Gruppo FS (Fs, Rfi, Grandi Stazioni, Trenitalia e Fs Sistemi Urbani), con l’obiettivo regolamentare l’acquisizione da parte del Comune di una porzione degli immobili dello Scalo Ravone interessati dai progetti per i Piani Urbani Integrati, alla base delle richieste di finanziamento presentate dal Comune di Bologna con i fondi PNRR.

In tale protocollo FS si impegnava a mantenere fermo l’impegno a vendere gli immobili fino a gennaio 2023, mentre il Comune si impegnava a reperire le risorse finanziare necessarie per avviare la trasformazione urbanistica, ottenendo ad aprile 2022 il finanziamento con i fondi europei del PNRR per la linea di finanziamento relativa ai Progetti Urbani Integrati.

Sulla base di questi accordi il Comune di Bologna aveva, nel frattempo, affidato la redazione del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica (PFTE) da porre a base di gara per l’esecuzione di un Appalto Integrato complesso come previsto dalle norme del PNRR.
Conclusa la fase di redazione di tale livello di progettazione si poneva il problema relativo al possesso delle aree, per cui l’attuazione dell’intervento avrebbe subito un forte stop in attesa di un accordo sull’acquisizione con FS Sistemi Urbani che tardava a concludersi.

Per poter rispettare le stringenti tempistiche dettate dall’attuazione dei progetti finanziati con i fondi del PNRR è stata avviata la Conferenza dei Servizi per l’approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, inserendo l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera. Attuando quindi la possibilità di acquisire l’area tramite le procedure espropriative.

La decisione del Tar

Rispetto a questa procedura FS Sistemi Urbani ha promosso ricorso al Tar, chiedendo di sospendere il decreto di esproprio per asserita presenza nell’area di alcune attività funzionali all’esercizio ferroviario, per la cui delocalizzazione totale sarebbe necessario ulteriore tempo rispetto agli accordi siglati in precedenza con il Comune.
Il 13 marzo 2024 il Tar ha ritenuto di consentire al Comune di procedere con l’esproprio, eccetto la particella in cui è presente il Polo Manutentivo di RFI, auspicando un accordo urgente fra le parti che preveda la delocalizzazione del Polo Manutentivo in tempi coerenti con il rispetto delle ‘milestone’ del PNRR e nella logica di collaborazione fra gli Enti. Il Comune ha così dato avvio alla immissione in possesso della restante parte dell’area (circa l’80% dell’intera area), per poter proseguire con l’attuazione dell’intervento. Immissione in possesso che si è conclusa positivamente il 28 marzo.